Rivivere la tradizione ippocratica: Etica medica e doveri del medico nella medicina moderna

Traduzione di un articolo di Jennifer Lahl, MA (Bioetica), BSN, RN pubblicato da Genspect in data 16 ottobre 2024


Ippocrate – Il padre della medicina moderna e la base su cui è stata costruita la professione medica – Il giuramento originale

“Giuro per Apollo, il medico, ed Esculapio, il chirurgo, così come per Igea e Panacea, e chiamo a testimoniare tutti gli dei e le dee, che osserverò e manterrò questo giuramento sottoscritto, al massimo delle mie forze e del mio giudizio.
Rispetterò il mio maestro che mi ha insegnato l’arte. Al pari dei miei genitori, gli concederò le cose necessarie al suo sostentamento e considererò i suoi figli come fratelli. Insegnerò loro la mia arte senza ricompensa o accordo; e trasmetterò tutte le mie acquisizioni, le istruzioni e tutto ciò che so, ai figli del mio maestro, come ai miei; e allo stesso modo, a tutti i miei allievi, che si legheranno con un giuramento professionale, ma a nessun altro.
Per quanto riguarda la guarigione dei malati, elaborerò e ordinerò per loro il regime migliore, secondo il mio giudizio e i miei mezzi; e mi asterrò dal recar danno e offesa. Non somministerò a nessuno, neppure se richiesto, alcun farmaco mortale; né consiglierò ad alcuno di farlo. Inoltre, non darò alcun tipo di medicina a nessuna donna incinta, allo scopo di distruggere il bambino. Inoltre, mi comporterò e userò la mia conoscenza in modo pio.
Non opererò neppure chi soffre di mal della pietra, ma cederò il posto a chi è esperto di questa pratica. In tutte le case che visiterò entrerò per il bene dei malati, astenendomi ad ogni offesa e da ogni danno volontario, e soprattutto da atti sessuali sul corpo delle donne e degli uomini, sia liberi che schiavi.
Tutto ciò ch’io vedrò e ascolterò nell’esercizio della mia professione, o anche al di fuori della professione nei miei contatti con gli uomini, e che non dev’essere riferito ad altri, lo tacerò considerando la cosa segreta.
Se adempirò a questo giuramento e non lo tradirò, possa io godere dei frutti della vita e dell’arte, stimato in perpetuo da tutti gli uomini; se lo trasgredirò e spergiurerò, possa toccarmi tutto il contrario”.

Il medico e filosofo greco Ippocrate (460 ca. – 370 a.C.) è spesso definito il “padre della medicina moderna” (Grammaticos & Diamantis, 2008). Nei suoi primi scritti, che contano più di 70 libri, Ippocrate descrisse scientificamente molte malattie e i relativi trattamenti.

La sua massima più nota è: “Per quanto riguarda le malattie, abituati a due cose: ad aiutare o almeno a non recare danno”Primum non nocere, in latino, significa “per prima cosa, non nuocere”.

Molto più tardi, il medico canadese Sir William Osler (1849-1919) fu riconosciuto per il suo importante lavoro presso la Johns Hopkins School of Medicine, dove istituì il campo della medicina interna, nonché i programmi di tirocinio e di specializzazione medica, utilizzati ancora oggi, per insegnare e formare nuovi medici. Era conosciuto come una persona “fuori dall’ordinario” che impartiva la formazione degli studenti medici al capezzale del paziente (Barton Team, 2023). Come per Ippocrate, molte sue citazioni sono famose ancora oggi, come “il medico che cura se stesso ha un folle come paziente”.

Le opere di Ippocrate e Osler sono ancora oggi rilevanti e importanti. Ma Ippocrate è considerato il fondatore della medicina moderna ed è il punto di partenza su cui è stata costruita tutta la medicina: il metodo scientifico di diagnosi e trattamento, facendo il bene del paziente e non danneggiandolo mai.

Ippocrate fu fortemente influenzato dai famosi filosofi greci del suo tempo: Platone e Aristotele, per citarne due. Le discussioni tra i vari filosofi erano certamente vivaci in quel periodo, tra grandi domande come “cos’è il bene?”, “cos’è la virtù?” e “come facciamo a distinguere ciò che è buono?” o “come possiamo sapere qual è la persona virtuosa?”. Le parole usate per descrivere il significato di bene erano parole come “virtù”, “eccellenza” e “bello”. Durante la nascita della medicina nella Grecia primitiva, queste domande hanno sicuramente influenzato la visione di ciò che rende un medico “bravo”. Un medico virtuoso e bravo, secondo il Giuramento di Ippocrate, stringeva un’alleanza e giurava fedeltà agli dei greci e al suo paziente. Si trattava di un patto verticale e orizzontale: Non avrà rapporti sessuali con un paziente e manterrà la riservatezza tra sé e il paziente. Giura di elaborare il miglior piano di cura, di non ferire o danneggiare il paziente e di rinviare ad altri quando è necessaria una specialità come la chirurgia: “Non opererò chi soffre del male della pietra, ma affiderò questo compito interamente ai chirurghi” (National Library of Medicine, 2008).
Il medico conosceva il suo dovere fiduciario nei confronti del paziente e la serietà del giuramento fatto ai suoi dei, che gli serviva da guida per praticare l’arte della medicina come un bravo e virtuoso medico.

Lo scopo della medicina

Qual è l’obiettivo, lo scopo, il punto o la meta della medicina? In poche parole, la salute del paziente. La salute non è solo l’assenza di malattie o disturbi, ma è definita come lo stato di salute fisica e mentale. Lo stato naturale o normale del corpo umano è quello della salute. Quando si usa la parola “normale” si intende la funzione naturale di un organo, di un sistema o del corpo. Ad esempio, la funzione del cuore umano sano è quella di battere e far circolare il sangue ossigenato in tutto il corpo. Quando questa funzione è compromessa a causa di una malattia, di una lesione o dell’invecchiamento, il dovere del medico è quello di ripristinare la funzione per quanto possibile. Gli occhi vedono e le orecchie sentono. I reni producono urina e rimuovono i rifiuti dal sangue per gestire i liquidi e mantenere l’equilibrio ormonale. Quando siamo malati, ricorriamo alle cure mediche per recuperare lo stato di salute. Quando invecchiamo, ricorriamo alle cure mediche per mantenere la nostra salute o per migliorarla, se non ci è possibile tornare al nostro precedente stato di salute o di funzionalità. Cerchiamo la guarigione e il ripristino della salute ogni volta che è possibile.

La professione medica si propone di praticare la medicina per la buona salute dei pazienti, grazie alla sua formazione specialistica in medicina e all’etica medica. Per Aristotele, “il fine dell’arte medica è la salute” e per Ippocrate il suo giuramento era di entrare in casa solo “in favore dei malati”, e di aiutare o almeno non recare danno.

Poiché il fine della medicina è la salute e la pratica è guidata dall’evidenza, che vuol dire che la centralità è dell’evidenza che orienta il medico a prescrivere il trattamento per ripristinare la salute del paziente, il trattamento del medico non dovrebbe essere diretto dalle pretese, dalle aspirazioni o dai desideri dei pazienti. Certamente, i desideri e i bisogni del paziente devono essere ascoltati e presi in considerazione quando il medico fa una diagnosi e prescrive un trattamento, ma queste volontà sono secondarie rispetto al suo dovere di usare le conoscenze specialistiche per cercare di ripristinare o migliorare la salute del suo paziente. Ad esempio, se un particolare farmaco dà degli effetti collaterali che non permettono al paziente di mangiare un cibo che gli piace, il medico può decidere di prescrivere un farmaco alternativo, comunque in grado di curare la malattia, che consenta al paziente di continuare a mangiare il suo cibo preferito. Ma in caso tale farmaco alternativo non esista, il trattamento prescritto dal medico deve avere la precedenza su qualsiasi preferenza alimentare, per il bene della salute del paziente.

Oggi sembra che la medicina non sia più orientata alla salute del paziente, ma sia stata spostata nel ruolo di quello che spesso definisco tecnico o di fornitore di servizi.

Oggi i medici spesso avvertono che la loro pratica sia dettata dai desideri dei pazienti, dalla copertura dei servizi da parte delle compagnie assicurative, dai dirigenti dei nostri ospedali e dei loro centri medici, dalle agenzie di regolamentazione, dagli enti di accreditamento, dagli incentivi finanziari e dagli avvocati. Persino la formazione dei medici ha ridotto il loro ruolo alla soddisfazione del consumatore e le loro prestazioni sono regolarmente valutate da sondaggi sulla soddisfazione del pubblico. 
Ci parli della sua esperienza.  Ritenete che il vostro medico vi abbia ascoltato? Ha risposto alle sue domande e alle sue preoccupazioni? 
Va benissimo se l’obiettivo primario della medicina rimane la salute del paziente e, in secondo luogo, che il paziente si senta preso in cura e ascoltato. Ma se la pratica medica viene valutata in base alla soddisfazione del paziente, l’obiettivo “non nuocere” scivola via. Il medico sposta il suo dovere dall’interesse del paziente a preservare e ripristinare la sua salute, a quello di far felici i pazienti e gli amministratori dell’ospedale, e di tenere a bada gli avvocati.

L’antico giuramento di Ippocrate è stato modificato nel corso degli anni e per certi versi annacquato; nuove teorie etiche come l’utilitarismo, il consequenzialismo e la deontologia hanno modificato la pratica e l’arte della medicina.

L’utilitarismo promuove il “maggior bene per il maggior numero”, il che significa che l’attenzione non è rivolta al singolo individuo, bensì all’insieme collettivo. L’etica utilitaristica si riflette spesso nelle decisioni sull’allocazione delle risorse. Non abbiamo risorse mediche infinite, quindi come possiamo “fornire” e allocare le risorse in modo che l’assistenza sanitaria venga fornita al maggior numero di persone? 

Il consequenzialismo si concentra sulle opzioni terapeutiche disponibili e sui possibili esiti (Savulescu & Wilkinson, 2019). Se l’esito è positivo, ad esempio il paziente è sopravvissuto, ma gli abbiamo mentito su un’opzione terapeutica, il consequenzialismo ritiene che la menzogna sia accettabile perché ha portato a un buon esito. Peraltro, concentrarsi sugli esiti può essere limitato perché non sappiamo con certezza quale potrebbe essere l’esito.

Nell’etica deontologica, l’attenzione si concentra sui doveri e sugli obblighi del medico nei confronti del paziente e sottolinea il rispetto reciproco per le decisioni dell’altro. L’etica deontologica è più incentrata sul paziente, mentre l’etica utilitaristica è più incentrata sulla società (Tseng, & Wang, 2021). Uno dei contro dell’etica deontologica risiede nell’impossibilità per il medico di modulare il suo intervento. Il dovere e l’obbligo prevalgono sulla flessibilità. Questo concetto viene spesso spiegato facendo l’esempio di chi mentiva e nascondeva gli ebrei per salvare loro la vita. L’obbligo di non mentire mai, e dire solo la verità, a volte può costare la vita alle persone, ma il primo principio è quello di non nuocere.

Tuttavia, una teoria etica più recente e influente, che oggigiorno ha preso il posto del Giuramento di Ippocrate e sta guidando la medicina, è quella di Tom Beauchamp e James Childress nel libro “Principles in Biomedical Ethics”, in cui vengono delineati quattro principi della medicina: non-maleficenza, beneficenza, autonomia e giustizia (Page, 2012). Secondo Beauchamp e Childress, questi quattro principi insieme sono in grado di guidare, dirigere e garantire che la medicina sia finalizzata alla salute del paziente.

  • La non-maleficenza consiste nel non nuocere al paziente. 
  • La beneficenza richiede che il medico cerchi il bene per il suo paziente.
  • L’autonomia consente al paziente di avere voce in capitolo sulle sue cure e sul suo trattamento, anche se ciò significa rifiutare le cure salvavita.
  • La giustizia cerca di trattare ogni singolo paziente in modo equo, invece di avere un’assistenza distorta, come spesso si vede nelle minoranze o nelle popolazioni economicamente svantaggiate.

Questi principi possono sembrare molto validi e potrebbero servire come guida etica per la pratica della medicina, tuttavia, senza una visione o un significato condiviso di questi concetti, si rivelano vuoti o semplicemente crollano.

Nel dibattito odierno sulla terapia di affermazione di genere, si ritiene che, se non si afferma la nuova identità di genere e non si “tratta” con bloccanti della pubertà, ormoni cross-sessuali e interventi chirurgici sull’apparato riproduttivo, si fa del male al paziente. Analogamente, fare del bene equivarrebbe a offrire queste terapie, anche se non si basano su alcuna evidenza medica che esse curino o risolvano alcun disagio. Ancora, l’autonomia del paziente presuppone che i desideri e le volontà del paziente guidino la pratica medica. Infine, il pilastro della giustizia viene anche qui distorto da affermazioni secondo le quali i gruppi emarginati, come le persone che si identificano come trans, ricevono cure “distorte” e sono trattati ingiustamente.

Esaminando queste diverse teorie etiche possiamo notare che ci sono dei limiti.

Per esempio, che dire del paziente affetto da una rara forma di cancro e il cui piano di trattamento è sperimentale e molto costoso? Un’etica utilitarista sosterrebbe che dare risorse a questo paziente sottrarrà risorse a molte altre persone che hanno bisogno di cure. L’etica consequenzialista potrebbe opporsi a questo trattamento perché è sperimentale, spesso costoso (argomento dell’utilità) e non se ne può conoscere l’esito. L’approccio deontologico non permetterebbe al medico di essere flessibile nel suo dovere di non nuocere al paziente. Il paziente può vivere o morire, sia che decida di accettare o meno di partecipare al trattamento sperimentale. Il modello di Beauchamp e Childress crolla per la mancanza di un significato condiviso dei quattro principi sopra enunciati. Fare del bene, non fare del male, autonomia e giustizia: senza un significato condiviso di questi principi, non si avrà un modello di cure mediche diretto dal paziente.

Sebbene questo non sia un elenco esaustivo delle teorie etiche e dei loro punti di forza e debolezza, questi esempi illustrano come gli approcci etici più moderni possano ostacolare il medico nell’assistenza e nel trattamento del singolo paziente.

Dal momento che oggi non abbiamo una visione comune o condivisa di cosa significhi praticare la medicina facendo del bene e non facendo del male, o di cosa intendiamo per autonomia, o di chi deve decidere cosa sia giusto, la medicina viene spesso vista come un’industria in cui le motivazioni di profitto e i sondaggi sulla soddisfazione dei pazienti dettano la pratica medica.

Se oggi ci attenessimo al Giuramento di Ippocrate, queste parole avrebbero un significato chiaro, ma non è così. Il Giuramento è stato soppiantato, tanto che oggi gli studenti di medicina scrivono i propri giuramenti (Bailey, 2016).

Alcune scuole di medicina ora includono il cambiamento climatico e i “metodi indigeni di guarigione” nella loro formazione medica (Harvard Research, 2024; Why evolution is true, 2022). È stato affermato che il Giuramento di Ippocrate è “irrilevante nella pratica medica moderna perché non affronta questioni etiche che sono rilevanti oggi” (Sritharan , 2001), ma, se la medicina è finalizzata alla salute, è facile capire qual è la buona e giusta medicina, in tutte le situazioni, passate, presenti o future.

Oggi, cosa sia la buona o la cattiva medicina è negli occhi dell’individuo, o dell’assicuratore, o del dirigente dell’ospedale, o addirittura del paziente, che spesso non ha alcuna competenza o formazione medica.

Si potrebbe obiettare che l’assistenza sanitaria con affermazione di genere è un bene, e che non fornire l’accesso a questo tipo di cure causerebbe un danno, in quanto non sarebbe giusto e priverebbe l’individuo della sua autonomia nel scegliere le proprie cure mediche personali. Il fatto è che, con molte di queste teorie etiche, possiamo vedere come la medicina venga facilmente orientata a molte tematiche – come la povertà, il cambiamento climatico o qualsiasi altro dibattito politico del giorno – che spesso non hanno nulla a che fare con il ripristino della salute del paziente. Gli etici utilitaristi negheranno un trattamento costoso e necessario a un singolo paziente, al fine di destinare le limitate risorse finanziarie a più persone. 

La medicina oggi

Potrebbe essere utile precisare che cosa non è o non dovrebbe essere la medicina.

La medicina non dovrebbe consistere nella medicalizzazione eccessiva di ogni disturbo presentato da un paziente. Non dovrebbe portare a un eccesso di diagnosi, di prescrizione e di trattamento dei pazienti. Non dovrebbe essere diretta dai desideri e dalle volontà dei pazienti. Con tutti i regolamenti, i mandati, le restrizioni e le preoccupazioni di controversie legali che gravano sui medici, e la mancanza di un quadro etico come quello fornito dal Giuramento di Ippocrate, non c’è da stupirsi che i medici si siano spostati più verso il ruolo di fornitori di servizi o tecnici. Allo stesso tempo, e probabilmente come conseguenza, il morale del personale sanitario è così basso che i medici si stanno esaurendo e abbandonano la professione prima dell’età pensionabile. L’Association of American Medical Colleges “prevede una carenza di 124.000 medici entro il 2034”. Oltre all’imminente carenza, è urgente affrontare il problema del burnout dei medici” (Berg, 2023). In “La via della medicina: The Way of Medicine: Ethics and the Healing Profession”, Curlin e Tollefsen scrivono: ”La medicina ha perso la sua strada perché manca di chiarezza su dove la strada debba portare. Non abbiamo più una visione pubblica condivisa dello scopo della medicina, di quale sia o debba essere il fine della medicina. Piuttosto, la medicina ha sostituito il suo scopo, un tempo chiaramente riconosciuto, con qualcosa di amorfo, soggettivo e ambiguo. Di conseguenza, le norme che i professionisti della medicina e l’etica professionale apportano alla pratica medica sono prive di contenuto oggettivo e gravemente carenti per guidare i medici e proteggere i pazienti” (Curlin & Tollefsen, 2021).

Alla luce della mancanza di chiarezza e consenso su cosa sia la medicina, e della competizione tra riferimenti etici medici, analizziamo alcune questioni mediche che ci troviamo ad affrontare oggi e inquadriamo il ruolo corretto della gestione medica di questi pazienti.

Disforia di genere e dismorfia corporea

La Mayo Clinic afferma che la disforia di genere “è la sensazione di disagio o angoscia che può verificarsi nelle persone la cui identità di genere differisce dal sesso assegnato alla nascita o dalle caratteristiche fisiche legate al sesso” (Mayo Clinic, 2024). La dismorfofobia corporea è definita come “una condizione di salute mentale in cui non si riesce a smettere di pensare a uno o più difetti percepiti nel proprio aspetto – un difetto che sembra minore o non può essere visto dagli altri. Ma ci si può sentire così ridicoli, imbarazzati e ansiosi da evitare molte situazioni sociali” (Mayo Clinic, 2022). Può esserci anche una sovrapposizione tra queste due condizioni, ad esempio chi è turbato dal proprio corpo sessuato può anche vergognarsi e angosciarsi di ciò che può percepire del proprio aspetto, del tipo: “Sono grassa e mi dà anche fastidio avere il seno”. Esiste inoltre l’apotemnofilia, una condizione nella quale la persona ha il desiderio di rimuovere arti sani e sente che avrebbe dovuto nascere in un “corpo privo di arti”.

L’angoscia che ognuna di queste condizioni e disturbi mentali provoca è reale e richiede competenze mediche, in particolare da parte di psichiatri o psicologi clinici che possono aiutare il paziente a tornare in uno stato di salute, in questo caso mentale.

In questi casi, il compito del medico è quello di aiutare il paziente a sentirsi a proprio agio nel suo corpo. Non si propone una liposuzione a una persona pericolosamente magra per aiutarla a sentirsi a proprio agio in quello che percepisce come un corpo in sovrappeso. Allo stesso modo, non dovremmo proporre l’amputazione di braccia o gambe sane cercando di far sentire meglio una persona che prova disagio per i propri arti. Sia la persona con disforia di genere che quella apotemnofila possono nutrire veri sentimenti di angoscia dovuti alla percezione di essere “nati nel corpo sbagliato”, o anche ricercare attenzione e approvazione per aver rivendicato una “identità” speciale. Avete presente il bambino che non ha amici o che magari è vittima di bullismo? Quando annuncia di aver deciso di fare la transizione, viene celebrato e raggiunge una popolarità immediata. Allo stesso modo, l’apotemnofilo può richiedere un intervento chirurgico perché “desidera l’amputazione come modo per ottenere la compassione degli altri” (Elliot, 2000).

I problemi etici per il medico che si occupa di questo tipo di decisioni variano a seconda del modo in cui il medico imposta il proprio processo decisionale etico. L’utilitarista si rifiuterebbe di amputare arti o organi sani per non sprecare risorse mediche, oppure prenderebbe atto del grande aumento di persone con disforia o dismorfia che beneficerebbero di un intervento chirurgico giustificato da un bene superiore? Il consequenzialista rifiuterebbe queste terapie, in quanto non si possono prevederne gli esiti positivi sul disagio del paziente, oppure si lascerebbe convincere da prove scarse che queste terapie fanno bene? L’autonomia e la giustizia possono tranquillamente essere distorte per acconsentire, e persino dare la patina etica di “ottimi standard di cura”, quando il paziente richiede o reclama questo tipo interventi, e qualsiasi rifiuto viene visto come la violazione dell’autonomia del paziente e una questione di ingiustizia.

Il depistaggio: la chirurgia plastica

Spesso, quando si parla di ciò che la medicina è o non è, si sente argomentare con “e la chirurgia plastica”? Se i medici non devono rimuovere chirurgicamente arti, seni o genitali sani, che dire della donna che si fa aumentare il seno o della persona che si fa fare un lifting, una rinoplastica o un’addominoplastica?

In primo luogo, se la medicina deve essere finalizzata alla salute della persona, la chirurgia plastica ha un ruolo nei casi in cui, ad esempio, un bambino nasce con una palatoschisi o una labiopalatoschisi. Queste riparazioni devono essere eseguite per ripristinare le normali funzioni e consentire al bambino di mangiare, nutrirsi e crescere, e ciò è di competenza degli esperti in chirurgia plastica. Lo stesso vale per i chirurghi plastici che si occupano di pazienti traumatizzati o ustionati. L’obiettivo è ripristinare il più possibile la salute e riportare la perdita di funzionalità a uno stato di migliore o completa funzionalità. Il botox, gli interventi e le procedure estetiche non sono obiettivo della medicina, poiché non esiste uno stato di malattia o di malessere. Si tratta di interventi a scopo puramente estetico e non riparativo.

Se si sostiene che queste persone soffrono di dismorfia corporea e sono angosciate dalle dimensioni del loro seno o dal cedimento della pelle dovuto al naturale processo di invecchiamento, allora queste persone possono beneficiare di una consulenza o di una terapia che le aiuti a venire a patti con il corpo che hanno.

Per confutare l’affermazione che la chirurgia plastica a fini estetici è uguale alla chirurgia per la riassegnazione sessuale, è sufficiente spiegare qual è e quale non è lo scopo della medicina.

La medicina non è una cura orientata al consumo. È un’arte che mira alla salute dell’individuo.

Non consiste nella rimozione di arti, organi o tessuti sani perché ci sentiamo a disagio con il nostro corpo e il suo aspetto.

Oggi, ci troviamo di fronte a un’epoca in cui le persone costruiscono la propria identità attorno a un desiderio, un’aspirazione o un’esigenza, per alleviare lo stress o il disagio personale, e questa rielaborazione della propria identità riduce la professione medica da arte della guarigione a soddisfacimento di desideri. Rendere il mio naso più piccolo. Ingrandire il mio seno. Toglietemi il pene e fatemi una vagina, altrimenti mi fate del male, non mi fate del bene, non rispettate la mia autonomia, e questa è un’ingiustizia, perché il mio medico è qui per fare ciò che gli chiedo.

La via del ritorno

Se noi, come società, non risolviamo presto la questione e non riportiamo la medicina al suo unico scopo, quello della salute mentale e fisica del paziente, avremo a che fare con qualcos’altro ancora. I medici inizieranno a trapiantare l’utero agli uomini per soddisfare il loro desiderio di avere una gravidanza e partorire un bambino? O a mettere in gestazione bambini in uteri artificiali, in modo da non essere costretti a sobbarcarsi una gravidanza di nove mesi? Non ci sarà fine a questo tipo di scenari se il paziente è il consumatore di servizi medici e il medico è il tecnico che deve soddisfare i suoi desideri dell’individuo. La posta in gioco è alta, torniamo alle radici e alla visione di Ippocrate.


Ringraziamenti

L’autore desidera ringraziare Kallie Fell, Gary Powell e Joe Burgo per l’attenta lettura dei primi manoscritti e per i commenti utili.

Riferimenti

Bailey, M. (2016). So long, Hippocrates. Medical students choose their own oaths. Stat News. 21 settembrehttps://www.statnews.com/2016/09/21/hippocratic-oath-medical-students-doctors/

Team Barton. (2023). Sir William Osler the “Father of Modern Medicine”. Barton Associates. 2 febbraio. https://www.bartonassociates.com/blog/sir-william-osler-the-father-of-modern-medicine/

Berg, S. (2023). Reduce physician burnout now—or face rising doctor shortages. American Medical Association. 27 settembre. https://www.ama-assn.org/practice-management/physician-health/reduce-physician-burnout-now-or-face-rising-doctor-shortages

Curlin, F. e Tollefsen, C. (2021). The way of medicine: Ethics and the healing profession. University of Notre Dame Press.

Elliott, C. (2000). A new way to be mad.  The Atlantic Monthly, dicembre, 73-84.

Grammaticos, P. C. e Diamantis, A. (2008). Useful known and unknown views of the father of modern medicine, Hippocrates and his teacher Democritus. Hellenic Journal of Nuclear Medicine, 11(1), 2-4. https://doi.org/10.1967/s0021-0000-08-00002-0

Harvard Research. (2024) Bringing climate change into medical school. Salata Institute for Climate and Sustainability. 10 agosto. https://salatainstitute.harvard.edu/bringing-climate-change-into-medical-school/

Mayo Clinic. (2022). Body dysmorphic disorder. 10 agosto. https://www.mayoclinic.org/diseases-conditions/body-dysmorphic-disorder/symptoms-causes/syc-20353938

Mayo Clinic. (2024). Gender dysphoria. 5 febbraio. https://www.mayoclinic.org/diseases-conditions/gender-dysphoria/symptoms-causes/syc-20475255

National Library of Medicine. (2008). Ancient Greek Medicine. https://www.nlm.nih.gov/hmd/topics/greek-medicine/index.html

Page, K. (2012). The four principles: Can they be measured and do they predict ethical decision making?BMC Medical Ethics,13(10). https://doi.org/10.1186/1472-6939-13-10

Savulescu, J. e Wilkinson, D. (2019). Consequentialism and the law in medicine. National Library of Medicine. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/books/NBK550266/

Sritharan, K., Russell, G., Fritz, Z., Wong, D., Rollin, M., Dunning, J., Morgan, P., & Sheehan, C. (2001). Medical oaths and declarations. BMJ, 323(7327), 1440-1441. https://doi.org/10.1136/bmj.323.7327.1440

Tseng, P. E., & Wang, Y. H. (2021). Deontological or utilitarian? An eternal ethical dilemma in outbreak. International Journal of Environmental Research and Public Health, 18(16), 8565. https://doi.org/10.3390/ijerph18168565

Why evolution is true. (2022). Minnesota medical students take ideological oath including, among other things, to “honor all indigenous ways of healing”. 14 ottobre. https://whyevolutionistrue.com/2022/10/14/minnesota-medical-students-take-ideological-oath-including-among-other-things-to-honor-all-indigenous-ways-of-healing/

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