Position paper delle società pediatriche italiane: qualcosa non torna sull’aumento dei casi – parte 1

Lettera aperta di GenerAzioneD alle 5 società scientifiche italiane – Accademia Italiana di Pediatria, Società Italiana di Pediatria, Società Italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica, Società Italiana di Medicina dell’Adolescenza, Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza – che il 18 aprile hanno pubblicato sull’Italian Journal of Pediatrics il position paper “Adolescent gender dysphoria management”


Con l’articolo pubblicato in data 18/04/2024 sul Giornale Italiano di Pediatria, cinque società scientifiche italiane prendono posizione in merito alla gestione della disforia di genere nell’adolescente.

La pubblicazione segue di alcuni giorni la divulgazione del rapporto finale, commissionato dall’NHS inglese, della Cass Review, che era molto attesa, essendo considerata un utile punto di riferimento a livello mondiale per la gestione della disforia di genere in bambini e adolescenti.

La pubblicazione italiana segue anche di appena un mese lo studio licenziato dell’Accademia Europea di Pediatria (EAP) e denominato “European Academy of Paediatrics statement on the clinical management of children and adolescents with gender dysphoria”, che interviene sul dibattito relativo alla gestione della disforia di genere nei bambini, intendendo come tali tutti i minori di età inferiore ai 18 anni.

Se si esaminano le tre pubblicazioni nel dettaglio, emergono in chiara evidenza alcune diversità interpretative che meritano di trovare una rapida e auspicabile composizione, onde evitare che le famiglie italiane possano ricevere informazioni difformi da quelle europee su un tema talmente delicato che interessa e condiziona la vita dei propri figli.

In tale ottica GenerAzioneD, a cui aderisce un cospicuo numero di famiglie con figli disforici, desidera richiedere direttamente alle cinque associazioni scientifiche italiane qualche chiarimento circa alcune affermazioni contenute nella loro presa di posizione. Alcune dichiarazioni, se confrontate con quanto riportato dalla Cass Review e dall’EAP, lasciano aperti molti dubbi interpretativi e sembrano divergere diametralmente con le raccomandazioni fornite in ambito europeo e inglese.

L’invito a rispondere è ovviamente rivolto alle 5 società firmatarie, ma anche ai singoli sottoscrittori della presa di posizione e precisamente Valeria Calcaterra, Gianluca Tornese, Gianvincenzo Zuccotti, Annamaria Staiano, Valentino Cherubini, Rossella Gaudino, Elisa Maria Fazzi, Egidio Barbi, Francesco Chiarelli, Giovanni Corsello, Susanna Maria Roberta Esposito, Pietro Ferrara, Lorenzo Iughetti, Nicola Laforgia, Mohamad Maghnie, Gianluigi Marseglia, Giorgio Perilongo, Massimo Pettoello-Mantovani, Martino Ruggieri, Giovanna Russo, Mariacarolina Salerno, Pasquale Striano, Giuliana Valerio e Malgorzata Wasniewska.

Si segnala agli estensori che nel documento sono riportate molte note bibliografiche in modo errato o impreciso, confondendo spesso argomenti di trattazione, e ciò non rende giustizia all’indubitabile prestigio della rivista che lo ospita e alla qualità scientifica dei firmatari, che certamente hanno notato tali imprecisioni. 


DOMANDA n. 1

Sull’aumento del numero di bambini e adolescenti con disforia di genere

Società scientifiche Italiane

Negli ultimi anni si è registrato un notevole aumento del numero di bambini e adolescenti che cercano supporto per il GD e il GI. Tuttavia, questo aumento è probabilmente solo apparente e presumibilmente il risultato di una diminuzione dello stigma sociale, che è associato a un miglioramento delle conoscenze e dei servizi [31][1].

The Cass Review

(Final Report – aprile 2024)

“La revisione ha esplorato le ragioni dell’aumento delle segnalazioni e il motivo per cui questo aumento è stato osservato in modo sproporzionato nelle femmine registrate alla nascita che si presentano in età adolescenziale, e le implicazioni di ciò per il servizio. Si tratta di un gruppo diverso da quello esaminato da studi precedenti[2](pag. 26).

“Una spiegazione comunemente avanzata è che l’aumento della condizione sia dovuto a una maggiore accettazione. Sebbene sembri certamente vero che ci sia una maggiore accettazione delle identità trans, in particolare tra le generazioni più giovani – il che potrebbe spiegare in parte l’aumento dei numeri – l’aumento esponenziale nelle segnalazioni in un arco di tempo così breve pari a cinque anni è ben più rapido di quanto ci si aspetterebbe dalla normale evoluzione dell’accettazione di un gruppo minoritario. Inoltre, questa argomentazione non spiega il cambiamento (di proporzione) tra i maschi registrati alla nascita e le femmine registrate alla nascita, che si scosta dalle rappresentazioni trans in qualsiasi periodo storico precedente[3] (pag. 26).

European Academy of Paediatrics (EAP)

(Documento del 5 febbraio 2024)

I recenti aumenti degli accessi alle cliniche GID da parte delle femmine e la prevalenza dei Disturbi dello Spettro Autistico negli adulti e nei bambini transgender (compresi gli adolescenti) rimangono inspiegabili, anche se si evidenziano dei cambiamenti nei modelli di accesso. Un’ipotesi ancora dibattuta attribuisce l’aumento della disforia di genere che si verifica improvvisamente nell’adolescenza a un fenomeno sociale definito disforia di genere a insorgenza rapida (ROGD). L’argomentazione, inizialmente emersa da interviste a genitori di giovani transgender, sostiene che il contagio sociale alimentato dai social media porti alla disforia di genere tra pari, riflettendo un meccanismo sociale di coping per altri problemi. La polarizzazione del dibattito successivo è nota a tutti, con molti esperti e organismi scientifici che criticano la ricerca e il concetto. Mentre altri riconoscono la necessità di indagare a fondo su una delle poche spiegazioni offerte per i recenti cambiamenti demografici[4].

CONSIDERAZIONI di GenerAzioneD

L’aumento dei casi, che la Cass Review e l’EAP qualificano come ancora inspiegabile, viene invece definito nel documento come “probabilmente solo apparente e presumibilmente il risultato di una diminuzione dello stigma sociale”. A sostegno di tale affermazione viene citato un solo studio risalente all’anno 2012[5] e non vengono menzionate ricerche e raccomandazioni molto più recenti e autorevoli in proposito. 

Si citano, per tutte, le linee guida svedesi redatte dal National Board of Health and Welfare svedese nel dicembre 2022[6] (che peraltro il documento delle Società Scientifiche Italiane menziona come fonte nella premessa, pur non approfondendone i contenuti), le quali riportano quanto segue: “Nel rivedere le proprie raccomandazioni, il National Board of Health and Welfare ha tenuto conto del fatto che l’efficacia e la sicurezza, i benefici e i rischi dei trattamenti non sono dimostrati e che tre fattori hanno spostato l’equilibrio tra benefici e rischi in direzione negativa:

• L’incertezza derivante dalla mancanza di chiarezza sulle cause per le quali il numero di persone con diagnosi di disforia di genere abbia continuato ad aumentare dalla pubblicazione delle linee guida nel 2015, in particolare nella fascia di età compresa tra i 13 e i 17 anni e soprattutto tra le persone il cui sesso registrato alla nascita è femminile[7].

A tal proposito la Cass Review riporta un interessante grafico delle segnalazioni di disforia infantile e adolescenziale effettuate al Gender Identity Development Service inglese nel periodo dal 2010-11 al 2021-22, precisando che “dal 2014 i tassi di segnalazione al GIDS hanno iniziato ad aumentare a un ritmo esponenziale, con la maggior parte delle segnalazioni di femmine alla nascita che si presentavano nella prima adolescenza (Figura 11)”[8].

La distribuzione del sesso natale viene invece evidenziata nel seguente grafico.

Come genitori non riusciamo a comprendere quali siano i motivi che abbiano indotto a considerazioni opposte rispetto a quanto successivamente affermato dalla Cass Review, dalla European Academy of Paediatrics e precedentemente dal National Board of Health and Welfare svedese. A fronte di tale autorevole dottrina, come può un solo studio del 2012 (che ha osservato appena 97 casi tra gennaio 1998 e febbraio 2010, con un rapporto genotipico maschi-femmine di 1:1) spiegare le cause di un aumento avvenuto in modo esponenziale in un periodo successivo (dal 2014 al 2022), con un contestuale cambiamento radicale della platea dei giovani disforici?  

Continua nei prossimi articoli

Continua nell’articolo “Position paper delle società pediatriche italiane: domanda sugli effetti collaterali della triptorelina – parte 2”


[1] “In recent years, there has been a notable increase in the number of children and adolescents seeking support for GD and GI. However, this increase is likely only apparent and presumably a result of a decrease in social stigma, which is associated with an improvement in knowledge and services”.

[2] “The Review explored the reasons for the increase in referrals and why this increase has disproportionately been seen in birth registered females presenting in adolescence, and the implications of this for the service. This is a different cohort from that looked at by earlier studies”.

[3] “A common explanation put forward is that the increase in presentation is because of greater acceptance. While it certainly seems to be the case that there is much greater acceptance of trans identities, particularly among younger generations, which may account for some of the increase in numbers, the exponential change in referrals over a particularly short five-year timeframe is very much faster than would be expected for normal evolution of acceptance of a minority group. This also does not adequately explain the switch from birth-registered males to birth-registered females, which is unlike trans presentations in any prior historical period”.

[4] “The recent increases in female GID clinic referrals and the prevalence of Autistic Spectrum Disorders in transgender adults and children (including adolescents), remain unexplained, though some highlight referral pattern changes. One controversial suggestion ascribes the increase in sudden onset GD in adolescence to a social phenomenon termed rapid onset gender dysphoria (ROGD). The argument, initially emerging from interviews with parents of transgender youths, effectively runs that a social contagion fuelled by social media leads to peer group-GD, reflecting a social coping mechanism for other issues. The polarisation of the subsequent debate will be familiar to all, with many experts and scientific bodies critical of the research and concept. However, others recognise the need to thoroughly investigate one of the few offered explanations for the recent demographic changes”.

[5] Spack N.P., Edwards-Leeper L., Feldman H.A. et al. (2012). “Children and adolescents with gender identity disorder referred to a pediatric medical center”, in Pediatrics, n. 129, pag. 418–425.

[6] Il documento “Care of children and adolescents with gender dysphoria – Summary of national guidelines – December 2022“ è reperibile al seguente link: https://www.socialstyrelsen.se/globalassets/sharepoint-dokument/artikelkatalog/kunskapsstod/2022-3-7799.pdf

[7] “In revising its recommendations, the National Board of Health and Welfare has taken account of the fact that the  efficacy and safety, benefits and risks of treatments are not proven [2] and that three factors have shifted the balance between benefit and risk in a negative direction:

• The uncertainty resulting from the lack of clarity about the causes, that the number of people diagnosed with gender dysphoria has continued to rise since the publication of the guidelines in 2015, particularly in the 13 to 17 age group and especially among people whose registered sex at birth is female”.

[8] “From 2014 referral rates to GIDS began to increase at an exponential rate, with the majority of referrals being birth-registered females presenting in early teenage years (Figure 11)”.

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