Linee guida transgender: lettera all’OMS dai genitori di tutto il mondo

L’associazione GenerAzioneD è parte di un’alleanza internazionale di organizzazioni di genitori che si impegnano per garantire ai bambini, agli adolescenti e ai giovani adulti con disforia di genere un’assistenza sanitaria sicura, attenta, etica e basata su evidenze scientifiche.
Insieme, rappresentiamo migliaia di famiglie e individui in tutto il mondo che hanno un figlio o una persona cara che sperimenta disagio o disforia di genere.

In seguito alla recente pubblicazione da parte dell’Organizzazione Mondiale per la Sanità del gruppo di esperti incaricato di redigere le nuove linee guida per la salute transgender, abbiamo partecipato all’invio di una lettera indirizzata ai rappresentanti dell’OMS per esprimere le nostre preoccupazioni e condividere le nostre esperienze con i nostri figli.

Leggi la lettera dei genitori all’OMS (originale)


Traduzione integrale della lettera all’OMS

RE: OMS – LINEE GUIDA PER LA SALUTE DELLE PERSONE TRANS E CON DIVERSITA’ DI GENERE
7 gennaio 2024

Cari rappresentanti dell’OMS,
siamo un’alleanza internazionale di organizzazioni di genitori che cercano di promuovere un’assistenza sanitaria sicura, attenta, etica e basata sulle evidenze per i bambini, gli adolescenti e i giovani adulti con disforia di genere. Rappresentiamo migliaia di famiglie e individui in tutto il mondo i cui figli o parenti stretti hanno sperimentato disagio e disforia di genere. La maggior parte di loro si è dichiarata dell’altro sesso o ha espresso un’identità di genere diversa all’improvviso in età adolescenziale, senza che ci fossero segnali nell’infanzia.

Con il recente aumento esponenziale del numero di bambini e ragazzi che dichiarano un’identità transgender o di genere diverso, attualmente la principale coorte di pazienti che si rivolge agli operatori sanitari, riteniamo che siano necessarie linee guida basate sull’evidenza scientifica per orientare il dibattito e le pratiche. Per questo, accogliamo con favore l’intenzione dell’OMS.

In qualità di genitori e parenti preoccupati, abbiamo seguito le crescenti controversie e opposizioni internazionali che circondano le questioni di “sesso e genere”, in particolare per quanto riguarda la cosiddetta “assistenza sanitaria affermativa di genere”, i “divieti di terapia di conversione dell’identità di genere” e l'”identità di genere autodeterminata”. Abbiamo preso atto dell’abbandono degli standard di cura pediatrici del WPATH da parte di Paesi pionieri e progressisti come la Finlandia, la Svezia, il Regno Unito e la Danimarca, nonché di alcuni Stati americani. Abbiamo ascoltato professionisti della salute e scienziati di tutto il mondo (Stati Uniti, Francia, Slovacchia, Belgio, Italia, Australia e Nuova Zelanda) esprimere preoccupazione per la diffusione delle procedure di affermazione del genere non supportate da prove, e per l’attacco alla realtà del sesso biologico.

Abbiamo visto attivisti per i diritti delle donne, genitori, professionisti della salute mentale, atleti, lesbiche, gay e bisessuali esprimersi contro i pericoli insiti nell'”autoidentificazione dell’identità di genere”. Molte voci critiche denunciano anche la confusione tra le terapie esplorative per i giovani che mettono in discussione il loro genere e le “terapie di conversione”. Di fatto, le terapie trans-affermative mettono in pericolo la salute di giovani che spesso sono omosessuali o non conformi al genere.

In questo contesto, riteniamo essenziale che l’OMS tenga conto dei recenti sviluppi, delle controversie e dei diversi punti di vista per sviluppare linee guida che siano etiche e basate sull’evidenza scientifica, e non sull’ideologia.

Dopo aver esaminato il vostro annuncio e la composizione del gruppo di sviluppo delle linee guida, riteniamo che l’attuale proposta dell’OMS non fornisca la garanzia di un approccio imparziale e basato sulle evidenze.
In particolare, riteniamo che il Gruppo di Sviluppo delle Linee Guida (GDG) sia fortemente orientato verso l’Approccio Trans-Affermativo. Lo staff tecnico dell’OMS ha selezionato esclusivamente persone favorevoli al Modello Assistenziale Affermativo, violando le politiche di gestione dei conflitti di interesse dell’OMS. L’OMS avrebbe dovuto selezionare esperti con punti di vista ed esperienze diversi, tra cui voci critiche, come quelle dei pionieri dell’assistenza pediatrica che ora esprimono preoccupazioni, i professionisti della salute e gli scienziati. L’approccio trans-affermativo è l’unico modello di cura in cui si presuppone che il ruolo del medico sia quello di confermare l’autodiagnosi del paziente. Invece, è fondamentale che le linee guida relative ai trattamenti medici siano redatte da medici esperti e scienziati, e non da attivisti. Naturalmente l’OMS può ascoltare i gruppi di interesse e le persone coinvolte, ma un eventuale gruppo di consultazione sul tema dovrà includere voci contrastanti, come quelle dei detransitioner, dei genitori di bambini che hanno dubbi sul proprio genere, degli attivisti LGB, delle campagne per i diritti delle donne, ecc.

Proveniamo da diversi Paesi del mondo e abbiamo esperienze dirette delle conseguenze dell’approccio trans-affermativo sostenuto dalle organizzazioni della comunità trans e dal WPATH, e che viene promosso anche dalla maggioranza dei membri del GDG. Sebbene ogni caso sia unico, le esperienze dei nostri figli e, soprattutto, il modo in cui sono stati indirizzati dalle associazioni trans e dai medici trans-affermativi, mostrano un modello comune.

Siamo testimoni delle seguenti esperienze:

  1. La diagnosi di disforia/incongruenza di genere di nostro figlio è stata fatta frettolosamente, senza alcuna valutazione globale del bambino.
    • I nostri figli hanno spesso dichiarato la loro nuova identità prima alle organizzazioni trans locali, con le quali sono entrati in contatto attraverso le attività scolastiche, i referenti scolastici, i coetanei o i social media.
    • La transizione sociale dei nostri figli (cambio di nome e pronomi) è stata immediatamente confermata e raccomandata dai medici di genere, senza alcuna consultazione con i genitori e senza alcuna valutazione preliminare del giovane, relegando così in secondo piano una possibile diagnosi diversa.
    • Fin dai primi colloqui, è stato sistematicamente paventato un incombente pericolo di suicidio per giustificare l’intervento immediato. Per noi genitori, questa minaccia – perlopiù infondata – ha rappresentato una modalità di persuasione inaccettabile.
    • Né i pediatri, né gli psichiatri e psicologi che hanno visitato nostro figlio hanno mostrato interesse ad approfondire le cause del suo malessere o gli altri problemi psicosociali ad esso associati. Tutto è stato interpretato esclusivamente alla luce della disforia di genere. La maggior parte dei nostri bambini e ragazzi soffre di comorbidità preesistenti (autismo, PTSD, HP, anoressia, autolesionismo, depressione, ideazione suicida) e/o di traumi precedenti (divorzio, morte in famiglia, abusi, abusi sessuali, bullismo). Molti di loro mettono o hanno messo in discussione la propria sessualità, e spesso sono alle prese con l’omofobia interiorizzata. Questo aspetto è stato regolarmente ignorato.
    • Le informazioni che noi genitori abbiamo fornito (sul background di nostro figlio, sulla situazione familiare, su possibili traumi e situazioni preesistenti, nonché sul suo regolare utilizzo di social media pro trans) non sono state prese sul serio o sono state addirittura ignorate. Peggio ancora, la nostra resistenza o semplicemente le nostre domande hanno portato gli operatori sanitari, i dipendenti scolastici o il personale delle organizzazioni trans a cercare di recidere la fiducia e il legame che abbiamo con i nostri figli, in alcuni casi coinvolgendo anche i servizi sociali o i tribunali.
    • Indipendentemente dalla diagnosi medica e psicologica, la scuola dei nostri figli può decidere di sottoporre i nostri figli a transizione sociale, senza informarci. Nei casi in cui siamo stati informati, e abbiamo contestato o ci siamo opposti alla transizione sociale, in genere la scuola è andata avanti lo stesso.

  2. Le informazioni fornite dai medici che hanno curato i nostri figli erano incomplete.
    • Denunciamo una mancanza di trasparenza e di chiarezza da parte dei medici su come è stata stabilita la diagnosi.
    • La diagnosi di disforia di genere generalmente porta a raccomandare l’uso di bloccanti della pubertà o di terapie ormonali e interventi chirurgici. Nostro figlio non è stato incoraggiato a prendersi il tempo necessario per riflettere ed esplorare opzioni diverse dai trattamenti invasivi per alleviare il suo disagio.
    • La possibile evoluzione spontanea della disforia di genere o misure psicosociali come la psicoterapia esplorativa non sono state menzionate o prese in considerazione dai medici, nonostante queste ipotesi siano in linea con l’approccio cauto raccomandato oggi in Paesi come la Svezia, il Regno Unito, la Finlandia e la Danimarca. Qualora sia stato offerto un supporto psicologico, era un passaggio obbligato per ottenere il certificato necessario al trattamento di riassegnazione sessuale, più che una terapia esplorativa volta ad aiutare l’adolescente a capire se stesso e a sviluppare una migliore autostima e immagine corporea.
    • I rischi e le implicazioni della terapia ormonale a vita, e dell’eventuale intervento chirurgico (sulla salute riproduttiva, sessuale, psicologica e fisica) sono stati minimizzati. Qualora menzionate, le conseguenze non tenevano conto dei pareri discordanti e delle incognite sulla tematica inerente il sostegno ai giovani che mettono in discussione il proprio genere. Le revisioni sistematiche condotte nel Regno Unito e in Svezia hanno dimostrato che ci sono scarse evidenze di benefici a lungo termine derivanti dal trattamento per questa popolazione del tutto nuova (adolescenti e giovani adulti, la maggior parte dei quali sono ragazze).
    • Il rischio di pentimento viene sempre accantonato come irrilevante. Sebbene sempre più giovani si facciano avanti palesando la loro “detransizione” e i loro dolorosi rimpianti dovuti ai gravi danni (a vita) procurati da anni di bloccanti, ormoni e interventi chirurgici irreversibili, i medici trans-affermatori e le organizzazioni trans sistematicamente negano la loro realtà come mito transfobico.
    • Le controversie relative ai trattamenti medici per i giovani non vengono mai menzionate dai medici trans-affermativi. Così come non vengono menzionate dai sostenitori di questo approccio, né nelle presentazioni pubbliche o nei media, e tuttavia il dibattito sul trattamento medico ai giovani che mettono in discussione il proprio genere sia attualmente uno dei più accesi nel campo della medicina.
    • Le domande di noi genitori hanno avuto risposte insoddisfacenti. Le domande scomode e i nostri ragionevoli dubbi sono stati scansati.

      Alla luce di quanto sopra, mettiamo in dubbio la validità di ottenere il consenso informato dei nostri figli a trattamenti invasivi come gli ormoni cross-gender e la chirurgia di “affermazione di genere”.


  3. Mettiamo in dubbio l’indipendenza dei medici trans-affermativi e i riferimenti scientifici su cui si basano.
    • Le équipe “specializzate” che hanno curato i nostri figli tendono a sottolineare il loro carattere “interdisciplinare”. Per quanto ci riguarda, abbiamo osservato un approccio univoco alle cure, che non lascia spazio a discussioni. Notiamo inoltre che molto spesso i medici specialisti hanno stretti legami con associazioni e attivisti LGBTQI+.
    • I medici che si sono occupati dei nostri figli fanno riferimento alle raccomandazioni del WPATH, nonostante questi standard di cura – che ci sono stati impropriamente presentati come “linee guida mediche” – sono stati classificati di scarsa qualità e attualmente sono sempre più discussi1.
    • Il vocabolario, le narrazioni e i presupposti alla base dell’approccio dei medici trans-affermativi sono analoghi a quelli di un manifesto politico. Riteniamo che la salute dei nostri figli non debba essere politicizzata in alcun modo, e che la cura dei giovani che si dichiarano di sesso opposto debba porre le basi sulla scienza.

Sulla base della nostra esperienza, che testimonia pratiche cliniche univoche per il trattamento di bambini e giovani, e alla luce delle conclusioni raggiunte di recente in diversi Paesi (Svezia, Gran Bretagna, Finlandia, Danimarca, Norvegia e altri Paesi europei), invitiamo l’OMS ad interessarsi delle controversie sul modello di cura dell’affermazione di genere.

Chiediamo quindi che, in fase di elaborazione delle linee guida previste, si valuti attentamente se la pratica medica trans-affermativa applicata a bambini, adolescenti e giovani adulti, sia effettivamente compatibile con le linee guida medico-etiche fondamentali e con la protezione dovuta a questa popolazione particolarmente vulnerabile.

A questo proposito, constatiamo che le prime decisioni giudiziarie contro i medici e le cliniche in vari Paesi dimostrano che le cose non stanno così.

In allegato troverete una serie di testimonianze provenienti da molti Paesi che dimostrano la sistematicità e l’unilateralità del protocollo medico trans-affermativo, a scapito di una cura personalizzata, come ci si aspetterebbe in situazioni che non di rado sono molto complesse.

Sappiamo che le nostre testimonianze sono rappresentative di migliaia di situazioni simili in tutto il mondo. Molti genitori tacciono per paura di rompere il legame con il proprio figlio o di essere etichettati come transfobici. Altri ancora sono paralizzati dalla minaccia del suicidio. Altri ancora si sono arresi, perché per i sostenitori dell’approccio transaffermativo l’unico sostegno genitoriale accettabile è l’adesione immediata ai sentimenti del bambino e al suo desiderio di intervenire sul proprio corpo.

Siamo fiduciosi che l’OMS concorderà con noi sul fatto che i bambini, gli adolescenti e i giovani adulti che esprimono disagio riguardo al proprio corpo e al proprio genere meritano di essere trattati con la stessa attenzione e secondo le stesse regole etiche vigenti in qualsiasi altro settore della medicina. E noi, come genitori, dobbiamo poterci assumere le nostre responsabilità e adempiere al dovere di cura che ci viene di norma richiesto.

Abbiamo visto migliaia di bambini e ragazzi essere sottoposti frettolosamente a un percorso unicamente affermativo; abbiamo assistito al deterioramento della salute mentale e fisica di bambini e ragazzi in seguito a tale trattamento; abbiamo visto giovani esprimere profondo rammarico per i cambiamenti irreversibili che condizioneranno per sempre in negativo la loro salute mentale, fisica, sessuale e riproduttiva.

Alcuni di noi hanno sperimentato la terribile sofferenza di essere tagliati fuori dalla vita del figlio, altri ne hanno constatato il deterioramento della salute mentale, e molti di noi hanno visto il proprio figlio, pur diagnosticato transgender al 100%, nonostante tutto desistere, prima o dopo aver iniziato le procedure mediche.

Riteniamo che la posta in gioco sia altissima per i bambini e i ragazzi vulnerabili di tutto il mondo, così come per i loro genitori, i loro educatori, i loro medici e i loro coetanei.

Avendo tutto questo a mente, chiediamo all’OMS di sospendere e rivedere l’attuale processo che risulta inutilmente affrettato, caratterizzato da una finestra di consultazione pubblica eccessivamente breve, e ad ampliare il GDG con una pluralità di voci e di punti di vista, così da assicurare un processo di sviluppo delle linee guida imparziale, etico e basato sulle evidenze, anche in considerazione della complessità della tematica.

Vi ringraziamo per la vostra intenzione di occuparvi di questo problema e prevenire ulteriori danni.

FIRMATARI

AMANDA Familias, Spainwww.amandafamilias.org
AMQG / AUFG, for a Measured Approach to Questions of Gender, Switzerland www.amqg.ch 
Aotearoa, New Zealand aotearoasupport.nz
Bayswater Support Group, United Kingdom https://www.bayswatersupport.org.uk
Bescherm onze kinderen, FlandersBelgium www.bescherm-onze-kinderen.be
Beyond Trans, https://beyondtrans.org
Cry for Recognition, Belgiumwww.cryforrecognition.be
Gender Dysphoria Support Network, https://genderdysphoriasupportnetwork.com
GenerAzioneD, Italy www.generazioned.org
Australia|New Zealand ausnz@genspect.org
Matria, Brasil https://www.associacaomatria.com
No Corpo Certo, Brasil https://nocorpocerto.com
Our Duty, Australiahttps://ourduty.group/australia/
Our Duty, UKhttps://ourduty.group
Parents of ROGD Kids, USA www.parentsofrogdkids.com
PEC, Partners for Ethical Care, USA https://www.partnersforethicalcare.com/
PITT, Parents with Inconvenient Truth about Trans, USA https://www.pittparents.com 
RESI, Réseau Education, Sexe et Identité, Quebec Reseau-ESI.com
The Florida Parent Group, Florida, USA
Trans Teens Sorge Berechtigt, Germany www.transteens-sorge-berechtigt.net 
Ypomoni, for an ethical approach to gender questions, France www.ypomoni.org


1 Catherine Meads & al., International Clinical Practice Guidelines for Gender Minority/Trans People: Systematic Review & Quality Assessment. Come se la cava la Società Endocrina
Journal of the Endocrine Society, Volume 5, Issue Supplement_1, Aprile-Maggio 2021, Pagina A791,

https://doi.org/10.1210/jendso/bvab048.1609

https://beyondwpath.org/

Ti potrebbe interessare anche

Il Dr. Dimaggio: “Sbagliato dare priorità all’approccio affermativo”

La questione di genere come sotto(CULT)ura delle modifiche del corpo dei giovani

L’autodeterminazione di genere in Germania: nuove leggi e interventi chirurgici sui minori

I servizi di genere per bambini e ragazzi: ecco implementata la Cass Review (in Inghilterra)