Libri illustrati “trans” per bambini 

Traduzione dell’articolo di Shelley Charlesworth pubblicato su Transgendertrend.com nel febbraio 2023

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Che male c’è nei libri illustrati trans per bambini?

Si potrebbe dire che impartiscono valori importanti di accettazione e comprensione al pubblico dei giovanissimi, valori che ben si adattano a quanto diffusamente promosso dalla letteratura per l’infanzia, ovvero il dover “essere gentili” e allo stesso tempo “essere sé stessi”.

Di recente c’è stato un notevole aumento di titoli di questo tipo in risposta ad una delle campagne politiche di maggior successo del nostro tempo: convincere il pubblico che gli interessi delle persone trans sono inestricabilmente legati a quelli di lesbiche, gay e bisessuali. L’industria editoriale è stata felice di confermare questo legame senza senso ed estenderlo a tutti i generi letterari giovani adulti, libri per ragazzi, narrativa e saggistica, e pure il mercato dei libri illustrati.

Tuttavia, comparando il modo in cui vengono scritte le storie per bambini che parlano di gay e lesbiche con quelle che riguardano personaggi trans, risulta evidente la logica ingannevole che sta dietro all’equiparazione tra orientamento sessuale e identità di genere.

Nei libri per bambini sull’essere gay o lesbiche, i personaggi principali delle storie sono sempre adulti, talvolta nelle vesti di re, principesse o animali. Di frequente viene affrontata la tematica dei genitori gay, con titoli come My Daddies (I miei papà), Two Dads (Due papà),  Heather Has Two Mummies (Heather ha due mamme), The Girl With Two Dads (La bambina con due papà). Di solito scritti dal punto di vista del bambino, questi libri sono per lo più strumenti didattici e privi di trama finalizzati all’accettazione e alla comprensione delle relazioni omosessuali.

È importante notare che non ci sono libri illustrati per bambini che parlano di altri bambini che sono a loro volta gay o lesbiche.

Lontano dalle sponde più selvagge del mondo accademico, dove ci sono laureati in “letteratura queer per l’infanzia” che non aspettano altro, i bambini in età pre-puberale non esprimono o comprendono l’orientamento sessuale.

I libri illustrati trans invece sono completamente diversi: sono veri e propri manuali su come essere “trans”. E i bambini, in qualità di narratori e di protagonisti, sono il tramite con il quale il piccolo lettore viene istruito su cosa significhi il termine “trans”.

In questi libri di storie per bambini non si parla di adulti trans – con la celebre eccezione dei due libri della scrittrice e attivista trans Sarah Savage, She’s My Dad e He’s My Mom (Lei è il mio papà, Lui è la mia mamma), entrambi raccontati dal figlio di un genitore transgender, la cui irrealistica accettazione del cambiamento di sesso del genitore non è per nulla convincente.

I bambini protagonisti dei sessanta libri illustrati (cinquanta di narrativa e dieci di saggistica) presi in esame per questo articolo sono tutti in età pre-puberale e parlano ai loro lettori pre-puberali. È comprensibile che i libri illustrati trans si tengano ben alla larga dalla realtà della transizione dopo la pubertà. Per farlo bisognerebbe affrontare il complesso mondo dei bloccanti della pubertà, della fasciatura del seno, delle doppie mastectomie, degli interventi chirurgici invasivi e degli effetti collaterali degli ormoni cross-sex, dell’aumento di peso, dell’acne e della disforia di genere che non migliora. Sembra quasi che gli autori sappiano che tutto ciò non farebbe presa sul loro piccolo pubblico, che ancora è in una fase della crescita in cui si crede a cose impossibili.

Trans per bambini?

Non si potrà mai sottolineare abbastanza che i libri illustrati trans sono un fenomeno completamente nuovo. Quindici anni fa non esisteva praticamente nessun libro per bambini che dicesse loro che potevano cambiare sesso.

Questi libri hanno iniziato a comparire nei cataloghi degli editori nello stesso periodo in cui si registrava un aumento senza precedenti di bambini indirizzati alla clinica Tavistock e sui media apparivano le storie commoventi di “bambini trans”.  

Solo sei dei cinquanta libri di narrativa presi in esame sono stati pubblicati prima del 2014, anno di uscita di I Am Jazz (Io sono Jazz).

Il libro più conosciuto e di maggior successo è quello illustrato di Marcus Ewert del 2008, 10.000 Dresses (10.000 abiti). Molti bambini vennero esposti all’idea principale del libro, ovvero che il sesso è una questione di percezione, che si esprime con quello che si indossa. È stato il primo di molti ad utilizzare il tema dello specchio: il bambino si guarda allo specchio e vede riflesso non il proprio sesso biologico, ma quello desiderato.

Il 2014, anno di pubblicazione di I Am Jazz (Io sono Jazz), ha segnato l’inizio della grande ondata di libri illustrati trans. I Am Jazz copre molte delle tematiche di tutti i libri successivi. È stato scritto da una bambina “trans”, Jazz Jennings, la cui vita e la cui storia di transizione da maschio a femmina sono state immortalate in una serie televisiva. Il messaggio semplicistico di Jazz, che si ripete in molti libri illustrati a seguire, è: “Ho un cervello da ragazza in un corpo da ragazzo. Questo si chiama transgender. Sono nata così!”

Basato su una storia vera

Dodici dei libri di narrativa presi in esame sono stati scritti da bambini “trans” o dai loro genitori. Questi libri hanno un marchio di “autenticità”: si può cambiare sesso, prova ne è questo bambino vero. It’s OK To Sparkle (Brillare va bene) è la storia di Avery Jackson, un bambino che ha subito una transizione sociale in tenera età, come ampiamente riportato dalla stampa e dai media. Il sito web di Maddox Lyons, il dodicenne autore di I Am Not A Girl (Non sono una ragazza) afferma che: “Maddox Lyons è un ragazzo transgender di dodici anni che vive in California con i genitori, la sorella, due cani e due topi domestici”. A chi dubita, si possono mostrare le prove documentali, ovvero: Maddox, con i capelli rossi corti e le lentiggini è veramente un ragazzo, mentre Avery, con i lunghi capelli rosa, è senza dubbio una ragazza.

I genitori che decidono per la transizione sociale dei propri figli in tenera età sono un altro sottogenere. Questi racconti di vita vera sono rivelatori, come la storia raccontata dall’ex direttrice di Mermaids, Susie Green. Calvin, altra storia vera, è stata sottoposta a transizione sociale dai suoi genitori all’età di 4 anni. Come si legge nel trafiletto: “Calvin è sempre stato un maschio, anche se il mondo lo vede come una femmina. Nel suo cuore e nella sua mente sa chi è, ma non l’ha ancora detto alla sua famiglia. Alla fine non ce la fa più: “Non sono una femmina”, dice alla sua famiglia. “Sono un maschio, un maschio nel cuore e nel cervello”. In questo caso i genitori autori inventano la visione interiore della figlia di quattro anni per giustificare la loro decisione di mentire alla bambina, che, come tutti i bambini di quattro anni, non è in grado di sapere che il suo sesso biologico non può essere modificato.

Le storie vere di alcuni di questi giovani sono struggenti. Gavin Grimm, ragazza adolescente che voleva essere maschio, ha combattuto una lunga battaglia legale negli Stati Uniti per poter usare i bagni dei maschi a scuola, ottenendo una vittoria legale che è stata lodata dagli attivisti. Gavin è protagonista del libro del 2022 If You Are A Kid Like Gavin (Se sei un ragazzo come Gavin), in cui se ne parla come di un eroe dei diritti civili. Nel dicembre 2021 Gavin scriveva su Facebook: “Qualche mese fa ho avuto diverse crisi epilettiche e sono finito in coma per quattro giorni. Sto migliorando, ma ho ancora problemi di salute e da qualche tempo non sono più in grado di lavorare”. Gli editori e il coautore Kyle Lukoff non hanno avuto scrupoli nel procedere con la pubblicazione del libro nonostante la richiesta di aiuto medico e finanziario di Gavin. Il libro è commercializzato come adatto a bambini dai 4 agli 8 anni.

Autori attivisti

Sono molti gli autori che hanno opinioni forti e ne scrivono apertamente. Ma il problema di questi libri illustrati per bambini è che queste opinioni si basano su un sistema di credenze molto contestato, che si strutturano sull’idea che l’identità di genere sia innata. Alcuni degli autori coinvolti nell’indagine sono strettamente legati all’attivismo LGBT+.

Sarah Savage, autrice di Are You A Boy Or Are You A Girl (Sei un bambino o una bambina?), He’s My Mom, She’s My Dad (Lui è la mia mamma, Lei è il mio papà), dirige l’associazione di beneficenza Trans Pride Brighton; Laura Kate Dale – Nisha’s Monster (Il mostro di Nisha) –  è cofondatrice del Trans Activism UK; Kyle Lukoff – Call Me Max (Chiamami Max), When Aiden Became A Brother (Quando Aiden diventò un fratello) –  è attivo sui social media e lotta contro i tentativi di mettere uno stop a trattamenti ormonali e chirurgici dannosi per i bambini degli Stati Uniti. Jay Hulme – Here Be Monsters (Ecco i mostri) – ha contribuito a raccogliere fondi per la ormai screditata organizzazione benefica Mermaids. Anche Juno Dawson – You Need To Chill (Hai bisogno di rilassarti) –  è una sostenitrice di Mermaids.

Savage, Dale, Hulme e Dawson si sono tutti espressi a favore della messa al bando della terapia di conversione per l’identità di genere, una campagna guidata dai gruppi LGBT+ che vorrebbe che la terapia esplorativa per i giovani venisse bollata come “terapia di conversione”.

La vicinanza tra narrativa e attivismo è resa in modo evidente dalla nuova serie di libri con personaggi e temi non-binari. Stonewall (la più grande organizzazione per i diritti LGBT in Europa, ndr) ora sta conducendo una campagna per attribuire al concetto di non-binario un valore giuridico, rimuovendo gli indicatori del sesso dai documenti d’identità ufficiali. Il mercato dei libri illustrati per bambini si è subito allineato pubblicando My Shadow is Purple (La mia ombra è viola), Are You a Boy Or Are You a Girl? (Sei un bambino o una bambina?), The Prince and The Frog (Il principe e la rana) Neither (Nessuno dei due), Bye Bye Binary (Bye Bye Binary), Payden’s Pronoun Party (Il party dei pronomi di Payden), Peanut Goes For Gold (Peanut punta all’oro),  Fantastic Frankie (Fantastico Frankie), Timid (Timido), A House For Everyone (Una casa per tutti), From The Stars In The Sky To The Fish In The Sea (Dalle stelle del cielo ai pesci del mare). Di questi titoli, cinque sono stati pubblicati nel 2022 e sono consigliati per i minori di cinque anni.

Fantastic Frankie, la storia di una volpe “favolosa con un mantello color arcobaleno”, è l’esempio perfetto. Le note didattiche corredate al libro riportano che: “Frankie non viene appellato come maschio o femmina, ma solo Frankie. Pensi che sia importante cosa indossi se sei una femmina o un maschio?”. Il messaggio per il target di bambini dai 3 ai 6 anni è che non essere conformi con l’abbigliamento di genere sia paragonabile al non preoccuparsi di conoscere il sesso di Frankie. In contrasto con qualsiasi principio di tutela, il libro pretende che i bambini vedano il sesso biologico come un qualcosa da tenere segreto o un’informazione di nessuna importanza

Adeguato all’età?

È preoccupante che quaranta dei cinquanta libri illustrati di narrativa e la metà di quelli di saggistica trans presi in esame vengano commercializzati per i minori di 5 anni. Visto che uno dei capisaldi sullo sviluppo infantile è che i bambini non raggiungono la fase di “stabilità sessuale” prima dei 6-7 anni, ciò significa che fino a quell’età i bambini credono che il sesso di una persona cambi quando gli indizi visivi esterni vengono modificati o sostituiti. Dunque un uomo che indossa una parrucca dai capelli lunghi e un abito femminile diventa una donna.
Tra i libri che promuovono l’idea che cambiando l’aspetto indossando abiti del sesso opposto e portando i capelli lunghi si possa cambiare il sesso biologico ci sono A Fox Called Herbert (Una volpe di nome Herbert), My Shadow is Pink (La mia ombra è rosa), Phoenix Goes To School (Phoenix va a scuola), Jamie, Introducing Teddy (Vi presento Teddy), 10.000 Dresses (10.000 abiti), Jack not Jackie (Jack non Jackie), Calvin, Sam is My Sister (Sam è mia sorella), When Kathy Is Keith (Quando Kathy è Keith), Be Who You Are (Sii chi sei).

Vincent The Vixen (Vincent la Volpe) secondo Amazon parla di “…una volpe assegnata maschio alla nascita, ma che sa di essere in realtà una femmina”. Come fa Vincent a saperlo? Perché quando gioca a travestirsi sceglie sempre abiti da femmina. In Calvin, la storia vera della bimba di quattro anni che è stata sottoposta a transizione dai suoi genitori, ci raccontano che hanno portato “Calvin a comprare i costumi da bagno che ha sempre desiderato, i vestiti per il ritorno a scuola e un nuovo taglio di capelli che lo aiuti a sembrare e a sentirsi il ragazzo che ha sempre saputo di essere”.

Dire ai bambini che acconciature e vestiti cambieranno il loro sesso, e che gli altri bambini crederanno che sia vero è una bugia crudele, che fa leva sulla limitata comprensione della biologia da parte del bambino in via di sviluppo. È un cinico imbroglio propinato a bambini che hanno un’età in cui il gioco di fantasia è al massimo della potenzialità.

Linguaggio destabilizzante

I bambini impiegano fino a otto anni per imparare a padroneggiare il linguaggio, e i libri trans e non-binari si insinuano proprio in questo processo di sviluppo, stravolgendo tutto ciò che sappiamo sull’acquisizione del linguaggio. Titoli come She’s My Dad e He’s My Mom (Lei è il mio papà, Lui è la mia mamma), libri commercializzati come adatti a bambini dai 3 ai 7 anni, sono disorientanti, e questo probabilmente è l’obiettivo.

Le prime parole e quelle più legate al genere che un bambino impara, mamma e papà, vengono improvvisamente private del loro significato. In un libro per bambini indirizzato ai minori di 5 anni, You Need To Chill! (Hai bisogno di rilassarti!), il bambino protagonista risponde a tutte le domande gridando: “Hei, ti devi calmare… Mio fratello ora è mia sorella!”. In About Chris (A proposito di Chris), un altro libro illustrato per la scuola materna, ai bambini viene detto che Chris è “una ragazza dalla vita in giù e un ragazzo dalla vita in su”.
Il linguaggio non binario è destinato a confondere i bambini. Questa entusiastica recensione di Payden’s Pronoun Party (Il party dei pronomi di Payden), nuovo libro per bambini dai 5 agli 8 anni, è emblematica: “Proprio come quando si provano diversi abiti per trovare quello giusto, Payden sperimenta una serie di pronomi prima di scegliere il genere neutro. Per festeggiare l’entusiasmante decisione i genitori di Payden organizzano una festa dei pronomi”.

Quando il significato viene demolito in questo modo, i bambini si ritrovano ad essere più vulnerabili perché vengono privati delle parole che li tengono al sicuro. La domanda che bisognerebbe porre agli autori e agli editori che indeboliscono volontariamente parole e definizioni comunemente accettate come mamma, papà, lui, lei, è: “A chi giova questo stravolgimento di significato?”.

Stereotipi sessuali

Nei libri illustrati per bambini la convinzione alla base della teoria dell’identità di genere è talmente semplificata che il suo dipendere dagli stereotipi sessuali risulta evidentissimo.

I maschi che hanno interessi che sono visti come femminili o le femmine i cui interessi sono più tipicamente maschili diventano sinonimo di “trans”. 

Stonewall consiglia quello che è forse il racconto più esplicitamente omofobico sulla transizione di un bambino da maschio a femmina, When Kayla Was Kyle (Quando Kayla era Kyle). È la storia di un ragazzino che subisce un bullismo incessante a scuola perché non gli piace lo sport e perché è “diverso”. Quando un altro bambino scopre che Kyle gioca con le Barbie il bullismo si intensifica: viene chiamato “femminuccia” e deriso perché gli piacciono le bambole. Per alcuni anni i genitori continuano a incoraggiarlo ad essere come gli altri maschi. Nel suo periodo più buio e senza amici, confessa ai genitori: “Sono un errore… non posso più vivere così… tutti mi odiano… voglio andare in paradiso”. I genitori di Kyle si rendono conto che Kyle non può vivere come maschio ma deve diventare Kayla.

Il pensiero suicida è l’argomento centrale per le organizzazioni di attivisti come Mermaids, nonostante non ci siano prove che i bambini con disagio di genere siano più a rischio di quelli con altri disturbi di salute mentale

In nessun momento l’autore, o uno dei personaggi, suggerisce che Kyle potrebbe vivere felicemente come maschio a cui piacciono le bambole, o che potrebbe diventare un ragazzo gay.

Per le femmine che credono di essere maschi è il taglio di capelli ad essere cruciale, ed è così anche nelle discussioni online sulla transizione da ragazza a ragazzo. In Jamie, una rivisitazione della storia di Cenerentola, Jamie si taglia i capelli corti e indossa un abito da uomo. Maddox in I Am Not A Girl (Non sono una ragazza) sorride quando vede il suo taglio di capelli da maschio nello specchio del barbiere. Il dramma in Jack (not Jackie) è incentrato sul taglio di capelli, mentre in When Kathy Is Keith (Quando Kathy è Keith) lo specchio riflette l’immagine desiderata di sé come Keith, con i capelli corti.

Dal momento che la crescita dei capelli richiede tempo e non ha l’impatto di un taglio netto, per i maschi sono i vestiti ad essere gli indicatori della transizione sociale da maschio a femmina. La copertina di Be Who You Are (Sii ciò che sei) mostra un bambino che si guarda allo specchio e si vede riflesso con un vestito e con i capelli lunghi, in My Rainbow (Il mio arcobaleno) Trinity vuole i capelli lunghi come le sue bambole, in Sam Is My Sister (Sam è mia sorella) Sam vuole i capelli lunghi e desidera indossare un vestito. In I Am Jazz (Io sono Jazz), Jazz si arrabbia quando i genitori non gli permettono di indossare un abitino fuori casa.
Nessuno di questi libri risulterebbe sensato ai giovani lettori se non utilizzasse le più triviali metafore su ciò che rende un bambino maschio o femmina. Sono un modo per rafforzare gli stereotipi sessuali, suggerendo ai bambini che c’è solo una spiegazione se alcuni maschi hanno personalità più femminili e alcune femmine più maschili: sono “trans”.

La realtà diventa finzione

Nel mondo dell’editoria trans per bambini la fiction diventa realtà, mentre i contenuti fattuali sono, in fin dei conti, finzione. Così come le favole, questi saggi LGBT+ si rivolgono al mercato della scuola primaria. Dal momento che il linguaggio che utilizzano è controfattuale – lei è mio padre – e arcano – cisgender, agender, gender neutral – lettori e insegnanti necessitano di manuali di istruzioni. L’ABC dell’identità di genere rasenta il ridicolo alle lettere H e K. “Horogender: qualcuno la cui identità cambia nel tempo e Kynigender: qualcuno che non è in grado di individuare il proprio genere a causa dello stress del processo di interrogazione”. Stiamo parlando di un libro per bambini di 5 anni.

Alcuni titoli di saggistica normalizzano la transizione chirurgica per le ragazzine. All Bodies Are Cool (Tutti i corpi sono belli) e Some Bodies (Certi corpi), rispettivamente indirizzati alle fasce di età 2-8 e 5-8 anni, presentano entrambi illustrazioni di doppie mastectomie, il secondo con la didascalia “Alcune persone scelgono di cambiare il proprio corpo”.

E il linguaggio può essere molto più esplicito. Every Body Is A Rainbow (Ogni corpo è un arcobaleno), pubblicato nel 2022 per i bambini dai 4 agli 8 anni, dice: “Alcuni corpi arcobaleno hanno un lungo pezzo di pelle spugnosa chiamato pene… I bambini che hanno queste parti del corpo possono avere un’identità di genere di femmina, di maschio, entrambi, nessuno dei due…”.

Nel libro ABC Pride del 2022, di cui è coautrice Elly Barnes, CEO dell’associazione di beneficenza LGBT Educate & Celebrate, i significati delle parti LG e B dell’acronimo sono scomparsi. Secondo questo abbecedario per bambini dai 3 ai 5 anni L sta per love (amore), B per belonging (appartenenza), G per gender. T sta ovviamente per transgender.
Stonewall consiglia ai bambini di 5-7 anni di leggere Who Are You? (Chi sei?) di Brook Pessin-Whedbee. Ai bambini che hanno appena imparato a leggere verrà insegnato il controverso linguaggio dell’attivismo politico degli adulti: cisgender, gender neutral, neutrois, agender. Leggeranno “È un maschio o una femmina? I bambini non possono parlare, quindi gli adulti tirano a indovinare guardando i loro corpi. Questo è il sesso che ti è stato assegnato alla nascita”.

What Does LGBT+ Mean? (Cosa significa LGBT+?) di Olly Pike e Mel Lane è uscito nel 2021. I capitoli trattano di Identità, Sesso assegnato e genere, Genere come spettro e pronomi, Transgender, Non-binario, Intersessuale, Amore romantico, Orientamento sessuale, Guida alle bandiere LGBT+. Il libro si conclude con il numero verde di Mermaids, che i bambini possono chiamare se hanno altre domande che non possono fare a un genitore o a un insegnante.

Trans in classe

I gruppi LGBT+ che offrono programmi di formazione scolastica sono i maggiori utilizzatori dei libri illustrati trans. Questi progetti spingono le scuole a adottare policy di transizione sociale del “bambino transgender”.

Tali politiche sono accomunate dalla convinzione che il sesso sia uno spettro, mentre il genere è innato, che i diritti del bambino “transgender” prevalgano su tutti gli altri diritti e che non accettarli comporti il rischio di suicidio. I genitori che hanno già effettuato la transizione del proprio figlio devono essere assecondati. Tutti questi provvedimenti distorcono la legge sull’uguaglianza.

Agli insegnanti viene detto che sono tenuti convalidare i nomi e pronomi prescelti, se necessario alle spalle dei genitori. Ecco perché i libri illustrati sono importanti: rafforzano queste idee negli alunni. Sono le versioni colorate e allegre di queste politiche. Anche le reti di insegnanti attivisti, come l’LGBTQ+ Primary Hub, svolgono un ruolo nel collegare le politiche scolastiche ai libri illustrati trans.

Stonewall ha il suo programma “Schools Champions Scheme” che premia le scuole primarie che includono le identità di genere nelle lezioni di “Educazione sessuale e alle relazioni” e quelle che chiedono agli alunni di condividere le loro esperienze di bullismo bifobico e transfobico.

I Am Jazz (Io sono Jazz), Phoenix Goes To School (Phoenix va a scuola), 10.000 Dresses (10.000 abiti) e altri titoli offrono una visione edulcorata della transizione. Il Dipartimento dell’Istruzione tuttora raccomanda Stonewall come fornitore di risorse sulle tematiche LGBT per l'”Educazione sessuale e alle relazioni”.

Are You a Boy Or Are You a Girl? (Sei un bambino o una bambina?) per i bambini dai 3 anni in su, scritto dall’attivista trans Sarah Savage, fa parte del programma scolastico inclusivo LGBT di Stonewall per l’Early Years (0-5) e per il Key Stage 1 con le seguenti istruzioni: “Ricordate di insegnare ai bambini che ‘they’, ‘them’ e ‘their’ (essi, loro, di loro) possono essere singolari oltre che plurali. Sarà l’occasione per insegnargli che molte persone non binarie preferiscono non essere chiamate ‘lui’ o ‘lei'”.
Il protagonista del libro, Tiny, viene definito al neutro dall’insegnante di scuola. Solo il bullo della classe chiede di sapere se Tiny è maschio o femmina. Tiny ha un grande potere, perché riesce a nascondere agli altri informazioni del tutto legittime. Tiny chiede: “Cosa vuol dire essere maschio o femmina? A me piace mangiare torte, giocare a calcio, vestirmi bene e guardare le stelle”, come se il fatto che a uno piaccia il calcio e anche vestirsi bene comporti il non essere né maschio né femmina.

Equaliteach, con il finanziamento dall’Ufficio governativo per le pari opportunità, ha realizzato una guida di 80 pagine sulle politiche LGBT per le scuole primarie, che comprende un elenco di libri approvati per l’insegnamento ai bambini, tra cui compaiono 10.000 Dresses (10.000 abiti) e But I Am Not A Boy (Ma io non sono un ragazzo).

No Outsiders, il programma sulla diversità e l’inclusione realizzato dall’insegnante di Birmingham Andrew Moffat, è un pacchetto completo di lezioni e incontri per le scuole primarie. L’obiettivo dichiarato è quello di insegnare l’Equality Act, interpretato come gentilezza e accettazione. Tuttavia, fare lezione ai bambini su questa particolare categoria da tutelare, la rassegnazione di genere, è un modo per promuovere la transizione sociale. Le note didattiche di Introducing Teddy (Vi presento Teddy) mettono in chiaro che l’accettazione indiscussa di un’identità transgender è l’unica opzione: “un orsacchiotto che si dichiara trans a metà della storia. Tutti gli amici di Teddy la accettano come Tilly, nessuno fa domande, e questo è il fulcro della storia”.

L’associazione scolastica LGBT+ Educate & Celebrate suggerisce di twittare ogni volta che si legge un libro della Pride Book Collection utilizzando l’hashtag #queermylibrary (rendi la mia libreria queer). Per i bambini dai 5 anni in su consigliano When Aiden Became A Brother (Quando Aiden diventò un fratello), decritto come un libro che parla di un personaggio trans-maschile. Aiden è un bimbo che viene presentato come un “bambino transgender”. Secondo la narrazione trans, i genitori di Aiden e i medici si erano sbagliati di grosso, perché “quando Aiden era nato tutti pensavano che fosse una femmina”. I primissimi anni di vita di Aiden erano stati pieni di stereotipi sessuali: un nome dolce, vestiti da femmina, una camera da letto tutta rosa. Ai giovani lettori viene detto che Aiden però non si sentiva una femmina, ma “un altro tipo di ragazzo”.  Quando la mamma è nuovamente incinta, Aiden si preoccupa che il genere del nuovo bambino venga classificato in modo errato. Ma la mamma ha imparato la lezione e dice ad Aiden: “Quando sei nato non sapevamo che saresti stato nostro figlio. Abbiamo fatto degli errori, ma tu ci hai aiutato a correggerci”. Il personaggio del piccolo transessuale Aiden, ancora lontano anni da una doppia mastectomia e dal testosterone, è in parte “bambino saggio” e in parte guardia rossa maoista.

Il premio Bandiera Arcobaleno è un programma nazionale gestito a livello locale da diversi gruppi LGBT+; il libro illustrato Alien Nation ne sottolinea l’impegno nella teoria dell’identità di genere.

È la storia di due pianeti, il pianeta bambino, le cui regole sono: essere mascolini, preferire l’azzurro e indossare pantaloni, e il pianeta bambina: essere femminili, amare il rosa e indossare vestiti. Chi è felice del proprio pianeta rosa o blu può rimanere dove si trova. Vengono chiamati “cis”. Se però non sono soddisfatti, possono attraversare un ponte, illustrato con i colori della bandiera trans, per raggiungere l’altro pianeta e vengono chiamati “trans”.

Centinaia di gruppi di sostegno LGBT+ a livello locale offrono anche formazione alle scuole e utilizzano libri illustrati trans. Questi due gruppi regionali rappresentano bene il fenomeno.

Il Norfolk LGBT+ Project, finanziato dalla Lotteria, ha coinvolto 43 scuole nel programma Educating with Pride; tra i libri consigliati per le scuole primarie ci sono I Am Jazz (Io sono Jazz), She’s My Dad (Lei è il mio papà).

Diversity Mel dichiara di aver lavorato con 50 scuole e 6.000 alunni della contea del Dorset. Oltre a consigliare molti dei libri già citati, Diversity Mel promuove anche i libri di Olly Pike. In Jamie, rielaborazione di Pike della storia di Cenerentola, Jamie indossa un vestito da uomo, si taglia i capelli, si guarda allo specchio ed esclama: “Ora sono il ragazzo che sono sempre stato”.

Il ruolo dell’industria editoriale

Dietro a diversi dei libri di attivismo militante, come ad esempio Are You A Boy Or Are You A Girl? (Sei un bambino o una bambina?) e He’s My Mom (Lui è la mia mamma), c’è la Jessica Kingsley Publishers, etichetta di Hachette Books. Ma altri editori tradizionali si stanno muovendo in questo mercato: Harper Collins ha pubblicato nel 2022 il libro You Need To Chill (Hai bisogno di rilassarti) di Juno Dawson e l’editore Macmillan ha pubblicato nel 2020 la storia “vera” I Am Not A Girl (Non sono una ragazza).
Naturalmente la stragrande maggioranza dei libri illustrati per bambini non ha contenuti trans o non-binari. E, a differenza dei libri trans, molti sfidano gli stereotipi sessuali. Eppure probabilmente ai nostri giorni un libro racconti la storia controcorrente di una bambina dai capelli corti che rifiuta l’idea di essere trans e di essere “nata nel corpo sbagliato” non verrebbe mai pubblicato.

L’autocensura all’interno dell’editoria è ormai così totalizzante che chi ha dei dubbi sulla narrazione trans tende a rimanere in silenzio.

Diverse persone tra autori, agenti, illustratori e addetti al marketing ci hanno riferito che non si esprimono pubblicamente per paura di ripercussioni o per timore di perdere il lavoro. Un illustratore, che desidera rimanere anonimo, ci ha raccontato di aver rifiutato un’ottima opportunità perché non voleva lavorare a un libro per bambini a favore della transizione. Non ha detto il vero motivo per paura di ripercussioni, adducendo il motivo del rifiuto ad altri impegni.
Un’altra scrittrice per bambini in difficoltà ci ha detto: “Non mi esprimerei mai su sesso, genere, religione, violenza o politica online perché avrei grossi problemi – e per questo motivo utilizzo uno pseudonimo”.

Rachel Rooney, pluripremiata scrittrice di poesie per bambini, ha dovuto affrontare una rappresaglia da parte di un piccolo gruppo di editori in seguito alla pubblicazione dell’allegro volume My Body is Me (Il mio corpo sono io), illustrato da Jessica Ahlberg, e per aver espresso punti di vista critici sul gender sui social media. Attualmente ha smesso di scrivere libri per bambini. Un’altro caso è quello della nota scrittrice Gillian Philip, il cui contratto come parte del team di scrittura della serie Erin Hunter è stato interrotto bruscamente dopo che aveva aggiunto l’hashtag  #IStandWithJKRowling al suo account Twitter. Anche lei, come Rachel, è stata bersaglio di una campagna di diffamazione e abbandonata dai suoi editori HarperCollins e dal suo agente.
Non sorprende che HarperCollins abbia abbandonato Gillian Philip. Un recente articolo sul blog dell’azienda ripete tutti i mantra degli attivisti LGBTQ+, facendo proprio il linguaggio della teoria queer. Il post sostiene che l’inappropriatezza dei libri LGBTQ+ per i bambini piccoli sia un falso mito: “La verità è che molti bambini parlano presto di attrazione, orientamento sessuale e identità di genere”. Il blog si conclude con un elenco di libri consigliati da HarperCollins, a partire da If You’re A Kid Like Gavin (Se sei un bambino come Gavin) e Bye Bye, Binary (Addio binario).

Penguin Random House ha un network LGBTQ+ per il personale, Bloomsbury ha un gruppo Pride (LGBTQ+) nel suo staff rappresentato a tutti i livelli dell’azienda, Hachette ha il suo Pride Network ed esiste anche un influente gruppo interaziendale chiamato Pride in Publishing. Reti come queste, per quanto inizialmente animate da buone intenzioni, come la difesa dei diritti degli omosessuali, fanno il tifo per concetti regressivi come l’identità di genere innata, la dissociazione corporea e l’enorme falsità che il sesso può essere cambiato con la stessa facilità di un taglio di capelli. Le voci critiche che sottolineano i danni che queste idee possono provocare nei bambini vengono messe a tacere.

Mentre emergono sempre più prove dei danni della transizione medica per i giovani, gli editori sembrano non accorgersi che il contesto sta cambiando.

Nell’ottobre 2022, la Macmillan’s Children’s Books ha annunciato l’entrata di una nuova firma, Theo Parish.  “Questo contratto fa seguito a un’asta a sei, che ci dice quanto sarà potente questa storia. Homebody è una storia toccante, ispirata alle esperienze di Parish nel suo percorso di crescita trans, e verrà pubblicata nell’aprile 2024”. Solo sei mesi prima Theo Parish aveva comunicato ai suoi follower su Twitter di aver appena fissato il suo primo appuntamento in una clinica di genere. Il tweet era accompagnato da un simpatico disegno di un futuro sé con la barba e a torso nudo con le cicatrici della mastectomia.

Conclusione

Dal 2014 si è registrato un rapido aumento del numero di adolescenti – in maggioranza ragazze – che esprimono disagio per il proprio corpo, sono convinti di appartenere “realmente” all’altro sesso e vengono indirizzati alle cliniche di genere.

Alcuni di loro potrebbero aver letto libri illustrati sui trans quando erano più piccoli. Molti di più sono entrati in contatto con le idee transgender attraverso i social media, che sono pieni di slogan e meme pensati per rimpiazzare il sesso biologico con il nebuloso concetto di identità di genere.

L’aumento è stato registrato in concomitanza con due note trasmissioni della BBC, I Am Leo (Io sono Leo) nel novembre 2014 e Transgender Kids (Bambini transgender) di Louis Theroux, andato in onda qualche mese dopo. Non sorprende che un recente sondaggio di Policy Exchange, basato su un’indagine di YouGov, abbia rilevato che il 73% dei diplomati riconosce l’idea che esistano “molti generi”.

Anche lontano dagli schermi, nel mondo reale, bambini e adolescenti, come le loro controparti di fantasia, vengono abituati a “insegnare” ai loro coetanei l’essere “trans”. Il Proud Trust organizza gruppi per adolescenti “trans” di età compresa tra i 13 e i 19 anni. A proporli anche Gendered Intelligence, che offre anche un gruppo mensile “transfem” per ragazzi dagli 8 ai 25 anni. I club LGBT scolastici spesso si concentrano sui trans e ignorano gli alunni gay e lesbiche.

Gruppi di attivisti come Stonewall e Mermaids esercitano ancora un’influenza sproporzionata. Ci sono gruppi LGBT in ogni città e paese del Regno Unito che si propongono per “formare” le scuole sull’ideologia di genere e sono riusciti a importsi mettendo a tacere tutti gli altri punti di vista.

Qualsiasi opinione che differisce dalla totale accettazione dell’esistenza del “bambino transgender” viene condannata come transfobica.

Nonostante i loro sforzi però l’era del No Debate (nessun dibattito) sta finendo. Questo si deve a molti fattori: i genitori che sollevano dubbi su quello che viene insegnato ai figli, la crescita di gruppi per i diritti delle donne, alcuni medici coraggiosi che denunciano, il dilagare delle discussioni online e la pubblicazione di importanti libri a firma, tra gli altri, di Heather Brunskell-Evans e Michele Moore, Helen Joyce, Kathleen Stock e Abigail Shrier.
La causa intentata da Keira Bell contro la clinica Tavistock ha portato all’attenzione mondiale la mancanza di evidenze sulla sicurezza dei bloccanti della pubertà. Ne è seguita la Cass Review, che ha giustamente ricollocato il disagio di genere all’interno dei servizi di salute mentale standard per i bambini e ha portato alla chiusura della clinica GIDS (Servizio di sviluppo dell’identità di genere) della Tavistock. Il Regno Unito, dove l’assistenza sanitaria di genere per i bambini è oggi soggetta a un’adeguata verifica, sta dando l’esempio al resto del mondo.

Il Dipartimento per l’Istruzione invece è ancora sotto l’influsso della recente esperienza come Stonewall Champion, e ancora deve elaborare un modello chiaro per affrontare la gestione dei minori che si identificano come trans. Qualunque cosa verrà fuori, adesso esistono gruppi di genitori organizzati e informati che si opporranno a ogni tentativo di inserire l’ideologia di genere nelle politiche scolastiche.

L’industria editoriale, invece, non sembra allinearsi. Organismi del settore come Book Trust, The Reading Agency, The Booksellers Association e riviste specializzate come The Bookseller e Publishers Weekly accettano ben volentieri tutto quello che si presenta con il vessillo dell’arcobaleno LGBT, senza domandarsi se un racconto gay per adulti e un libro che si rivolge ai bambini, incoraggiandoli a pensare di poter scegliere il proprio sesso, appartengano veramente alla stessa categoria.

Le grandi librerie, come Waterstones, hanno fatto molta resistenza nel tenere a scaffale i best seller di Helen Joyce e Kathleen Stock.

Garantire che i libri per bambini siano adatti è un lavoro di tutti: scrittori, agenti, editori, genitori, insegnanti, bibliotecari, librai e critici. Non è così difficile. Basta non dire ai bambini, che sono troppo piccoli per capire, che hanno un’identità di genere innata o che i loro interessi potrebbero suggerire che sono in realtà dell’altro sesso. Non dite loro che possono cambiare sesso. Non normalizzate interventi chirurgici come le doppie mastectomie, inserendo di nascosto questo tipo di illustrazioni in un libro per bambini di 5 anni. E ditegli che non c’è niente di sbagliato nel chiedere “sei maschio o femmina?”.

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