Siamo orgogliosi di lanciare anche in Italia l’iniziativa di Genspect “Gender Framework”. Riportiamo tradotta in italiano la presentazione della prima bozza di questo prezioso strumento che fornisce un approccio cauto e consapevole per affrontare il disagio legato alle questioni di genere.
Chi siamo
Genspect si è costituita nel 2021, come coalizione tra genitori e professionisti, uniti dalla preoccupazione che la transizione sociale e medica proposta ai giovani che mettono in discussione il proprio genere non fosse appropriata. Questi genitori, e i loro alleati, erano convinti che le problematiche dei loro figli non potessero essere risolte mediante l’assunzione di ormoni e interventi chirurgici, ma che fossero queste stesse difficoltà a portare i ragazzi ad allontanarsi dal loro “io autentico”.
Genspect continua a dare voce a questa coorte di genitori e professionisti preparati, responsabili e premurosi, dando voce sui media e in ambito politico alle loro preoccupazioni. Al contempo, nel corso del nostro seppur breve percorso, abbiamo ampliato il nostro raggio d’azione, raccogliendo il consenso di:
- persone che hanno effettuato la detransizione, che ritengono di aver ricevuto un’assistenza sanitaria inadeguata;
- persone che hanno effettuato la transizione e che condividono le nostre preoccupazioni sull’eccessiva medicalizzazione e sull’influenza della teoria queer;
- insegnanti che temono il dilagare dell’indottrinamento ideologico;
- clinici e ricercatori che intendono destare la preoccupazione in merito alla scarsa qualità delle prove di efficacia della transizione medica;
- attivisti per i diritti degli omosessuali e delle donne;
- politici e giornalisti;
- più in generale, chiunque riconosca la necessità di una posizione radicalmente nuova sull’argomento.
Abbiamo esteso la nostra mission, passando dall’essere portavoce dei genitori, al proporre un approccio sano alle problematiche legate a sesso e genere. La nostra associazione coinvolge persone di sinistra, di centro e di destra; religiosi e atei; uomini e donne; etero, bisessuali e omosessuali. In quanto organizzazione internazionale, rappresentiamo membri di decine di Paesi in tutto il mondo.
Perché abbiamo creato il Gender Framework
Nel settembre 2022, l’Associazione Professionale Mondiale per la Salute dei Transgender (WPATH) ha pubblicato l’ottava edizione dei suoi Standard di Cura (che viene chiamato SOC 8). Il “SOC 8” non è un semplice vademecum clinico, alla stregua di uno di quegli opuscoli che vengono abbandonati sui tavolini dei convegni medici. Si tratta di un documento talmente inquietante da portarci a considerare la sua pubblicazione un vero e proprio punto di rottura, uno stravolgimento epocale. Nel caso del SOC 8, il punto di rottura è nientemeno la violazione delle norme fondamentali della medicina.
Il SOC 8 ha rappresentato la vittoria di una fazione della WPATH sull’altra. All’interno della stessa organizzazione, i due schieramenti portano avanti convinzioni diametralmente opposte. Molti clinici sono contrari all’idea che chiunque lo richieda venga ritenuto idoneo alla transizione medica (ovvero l’accesso a interventi ormonali e chirurgici finalizzati al raggiungimento dei propri obiettivi di personificazione). Al contrario, i cosiddetti “liberisti trans” ritengono che chiunque abbia il diritto di effettuare la transizione, e che la negazione di questo diritto debba essere considerata un genocidio. Questa battaglia tra fazioni è stata vinta dai liberisti trans. E così, secondo quanto si legge nel SOC8, la diagnosi di disforia di genere non è più condizione necessaria per effettuare la transizione medica.
Di riflesso, il SOC 8 si è trasformato in un documento ideologico. Il capitolo sull’etica, che compariva in una bozza pubblicata, è stato eliminato nonostante fosse già stato redatto. Allo stesso modo, sono state eliminate tutte le raccomandazioni relative ai limiti minimi di età per la transizione medica (ad eccezione della falloplastica, che rimane riservata ai maggiori di 18 anni a causa della complessità della procedura). Forse l’aspetto più inquietante è rappresentato dall’introduzione dell’“identità di genere eunuco”, che normalizza la pratica di rimozione dei testicoli e conservazione del pene nel maschio. Questa assurda “identità” è stata a quanto pare ereditata da un sito fetish pedofilo, sul quale utenti anonimi si scambiano fantasie sado-masochistiche sulla castrazione dei ragazzini.
Il SOC 8 non sembra affatto un modello per clinici informati e consapevoli, ma piuttosto un libretto di istruzioni per un meccanico inesperto alle prese con un macchinario. È pieno di informazioni su come intervenire su un sistema già in essere e ben funzionante, e non contiene alcuna considerazione significativa sull’effettiva necessità di “aggiustare” qualcosa. Evangelizza il concetto che le risposte le troviamo dentro di noi, non contemplando però l’ipotesi che la soluzione trovata potrebbe anche non essere quella giusta. Rilasciando il SOC 8, e piegandosi ai liberisti trans, il WPATH ha di fatto trasformato il medico in un venditore, il paziente in acquirente e il primum non nocere (per prima cosa non nuocere) in caveat emptor (il compratore stia in guardia). I genitori che si preoccupano che i loro figli siano stati influenzati vengono liquidati come problematici e inopportuni; a chi si infuria per aver ricevuto un trattamento pessimo viene data la stessa considerazione che si darebbe a un impiegato che ha inserito la combinazione sbagliata nel distributore automatico. Se il cliente ha sempre ragione, il venditore non ha mai né ragione né torto. “Mi spiace, amico: io lavoro qui e basta”.
È in questo particolare momento storico che Genspect rilascia il Gender Framework. Riteniamo che il Gender Framework debba essere visto come un rivale del SOC 8 del WPATH, nonostante le radicali differenze tra i due: entrambi i documenti affrontano la stessa coorte, anche se da angolazioni diametralmente opposte. Laddove il SOC 8 facilita la transizione medica, il Gender Framework presenta un approccio completo e non medicalizzato per affrontare il disagio legato alle questioni di genere. Laddove il SOC 8 incoraggia i giovani gender-non-conforming a vedere il proprio corpo come un problema da risolvere, il Gender Framework propone una risposta più riflessiva e socialmente consapevole, aiutando i ragazzi e i giovani adulti a comprendere sé stessi come protagonisti di una realtà più vasta, esposti alle forze che li circondano e talvolta perfino in grado di influenzarle.
Il SOC 8 pretende di essere uno standard di cura, invece il Gender Framework non vuole medicalizzare per forza le identità. Laddove il SOC 8 normalizza l’idea di modificare se stessi per conformarsi alle aspettative di genere del mondo, il Gender Framework sostiene con orgoglio la non conformità di genere, senza bisogno di medicalizzazione. Mentre il SOC 8 ignora con disinvoltura le preoccupazioni sulle conseguenze sociali della teoria dell’identità di genere, il Gender Framework lavora per coinvolgere le diverse voci della popolazione, in modo da garantire che venga preso in considerazione il benessere di tutti, piuttosto che quello di una sola persona.
Siamo orgogliosi dei membri del team che si è riunito per creare questo quadro di lavoro e della loro professionalità. La nostra intenzione è quella di arricchire il Gender Framework nei mesi e negli anni a venire – come ha fatto la WPATH con i suoi Standard Of Care, ma ci auguriamo con risultati migliori – sviluppando nuove osservazioni man mano che si accrescono le nostre conoscenze. Nel frattempo, auspichiamo che il Gender Framework aiuti e dia informazioni al maggior numero possibile di persone: a chi si interroga sul proprio genere; a chi ha effettuato la transizione, indipendentemente dalla propria soddisfazione in merito; a chi ha effettuato la detransizione; ai parenti e gli amici di tutte queste persone; a chi lavora con loro nella pratica clinica e terapeutica; a chi lavora in altri campi professionali interessati da queste problematiche; a chiunque nella società cerchi una risposta adeguata e ben ragionata a questi problemi così complessi e delicati. Ci auguriamo che in questo documento troviate praticità, chiarezza e sensibilità, e che le raccomandazioni proposte si rivelino utili.
Come utilizzare il Gender Framework
Sezione 1: Contesto di riferimento
Questa sezione fornisce informazioni sulla biologia del sesso, sulle diverse teorie sul genere e sulle diagnosi dei disagi legati al genere, fornendo il contesto e le basi i contenuti seguenti del Gender Framework. Vengono presentate le conoscenze biologiche e fisiologiche indispensabili per un’accurata definizione del sesso natale, affrontando argomenti quali i percorsi dello sviluppo sessuale e le diversità nello sviluppo del sesso (DSD) (note anche come condizioni “intersessuali”). Vengono illustrate differenti teorie di genere, dalla teoria queer e dell’identità di genere, al punto di vista critico sul genere e alle prospettive biopsicosociali. In seguito, vengono messi a confronto le metodologie di diagnosi della disforia di genere, il ruolo dell’età nella diagnosi, e altre questioni come l’autodiagnosi e il consenso informato.
Sezione 2: La psicologia della disforia di genere
La seconda sezione illustra la psicologia del disagio legato al genere. Vengono presentate le attuali conoscenze sulla disforia di genere e sulle sue potenziali cause e fattori di rischio. Vengono delineati i molteplici percorsi che portano alla disforia di genere, con discussioni su coorti specifiche, esplorando come l’età, il sesso, la sessualità e le influenze esterne influiscano su chi prova disagio per la sua identità di genere. Il discorso è ampliato dall’analisi dei fattori di rischio che possono contribuire allo sviluppo della disforia di genere, come le diagnosi di autismo, la depressione e l’omofobia interiorizzata. Vengono descritte le varie modalità di trattamento della disforia di genere e un’analisi delle prove di efficacia a sostegno del modello di cura affermativo.
Sezione 3: Famiglie e istruzione
Nella terza sezione passiamo dall’occuparci dei soggetti interessati dal disagio legato al genere, alla valutazione dell’impatto su coloro che li circondano: i membri della famiglia, in particolare i genitori, e gli istituti scolastici. Abbiamo deliberatamente scelto di unire questi due soggetti perché riteniamo che in ogni circostanza normale i genitori debbano essere coinvolti nell’educazione dei loro figli, e che i criteri per la loro esclusione debbano essere molto stringenti.
Si esamina come le famiglie possano essere influenzate dalle questioni di genere, analizzando come il disagio di genere di un membro della famiglia influenzi gli altri membri del nucleo familiare e le dinamiche familiari più ampie; come le famiglie affrontino la suicidalità; come le famiglie affrontino la desistenza e la detransizione; e come i clinici possano lavorare con le famiglie. Vengono trattate approfonditamente le molteplici problematiche che la teoria dell’identità di genere presenta alle scuole e agli altri istituti educativi, includendo temi quali il coinvolgimento familiare, l’età e l’appropriatezza all’età, l’educazione sessuale, la transizione sociale, gli spazi femminili e maschili, lo sport, il contagio sociale, la desistenza e la detransizione, e l’educazione extra-scolastica, e molti altri. Come le altre sezioni, anche la sezione “Famiglie e istruzione” si conclude con suggerimenti per le famiglie, le scuole e le università.
Sezione 4: Società
La quarta sezione tratta il tema del sistema di credenze dell’identità di genere e i suoi effetti sulla società in generale. Si mettono in evidenza alcune delle criticità che emergono dalla prioritizzazione dell’identità di genere rispetto al sesso natale, in relazione a specifici conflitti di interesse. Attraverso questi esempi, rivediamo e mettiamo in discussioni le misure adottate per trattare queste tematiche, verificando che tengano in buona considerazione i diritti, i bisogni, gli interessi e il benessere di ogni individuo.
In questa sezione presentiamo anche il concetto di “clusività”. La clusività è un termine utilizzato nello studio della linguistica che distingue tra inclusività ed esclusività all’interno del contesto grammaticale. Abbiamo approfondito questo concetto di clusività in relazione alla società e descritto come diverse circostanze possano essere inclusive ed esclusive. In questa sezione si identificano i quattro concetti etici che sono alla base del sistema di credenze sull’identità di genere: “nulla su di noi senza di noi” (ndr: slogan utilizzato per comunicare l’idea che nessuna politica dovrebbe essere decisa da un rappresentante senza la piena e diretta partecipazione dei membri del gruppo o dei gruppi interessati da tale politica), prioritarismo, intersezionalità e inclusività; questi concetti vengono studiati in una prospettiva incentrata sull’equità, la tolleranza e il rispetto per ogni individuo. Infine, vengono forniti suggerimenti per i professionisti che hanno a che fare con queste tematiche, così che possano affrontarle con una consapevolezza e una sensibilità più profonde.
Sezione 5: Legge e politica
La quinta sezione del Gender Framework offre un’analisi della legislazione in vigore, ed esamina le leggi e le politiche che sono state introdotte sulla base della nuova concezione della società su sesso e identità di genere. Vengono trattati i Principi di Yogyakarta, che hanno indubbiamente svolto un ruolo significativo nel plasmare norme, politiche e leggi, mettendo in luce il loro impatto sulle società democratiche. Si discutono le complessità legate al concetto di “consenso informato” nel quadro giuridico, e contemporaneamente si prendono in esame le leggi sulle pratiche di conversione all’interno della psicoterapia. In questa sezione vengono prese in considerazione anche argomenti quali l’educazione sessuale, l’identità di genere e le leggi non discriminatorie, in modo da fornire un quadro di ciò che accade nelle scuole di tutto il mondo.
Glossario e termini utili
L’accuratezza del linguaggio è un requisito imprescindibile per fornire una base affidabile su cui costruire un percorso futuro. Il Gender Framework mira a illustrare e ad affrontare le recenti questioni scaturite dall’enfasi attribuita all’identità di genere piuttosto che sul sesso naturale di un individuo. Questo cambiamento epocale è stato ulteriormente complicato da un linguaggio nebuloso, nel quale è raro imbattersi in termini o definizioni universalmente accettati. Abbiamo provato a dare una soluzione al problema attraverso un glossario che offre le definizioni più condivise.
Appendice
Infine, abbiamo inserito alcuni esempi di politiche scolastiche e normative, approcci creativi e ben studiati per assicurare che gli interessi e i diritti di tutti vengano presi in considerazione con equità. Scuole, clinici e altri professionisti già applicano molte delle raccomandazioni che sono in linea con i principi guida di Genspect. Incoraggiamo i lettori a utilizzare questo quadro di riferimento come uno strumento di riflessione più ampia sulle tematiche di sesso e genere.
Informazioni sul rilascio
In occasione della conferenza The Bigger Picture di Genspect a Denver, è stata resa pubblica la prima bozza del Gender Framework, soggetta a revisione e consultazione pubblica, che verrà continuamente perfezionata e ampliata sulla base della letteratura emergente. Nel settembre 2024, ci proponiamo di rilasciare la Versione 1 alla nostra conferenza di Lisbona, in Portogallo. Nel frattempo, ci impegniamo a mettere al primo posto accuratezza, equità e spirito di mediazione, nel rispetto del bisogno di dignità e sicurezza, e riconoscendo il valore della diversità di genere.
Scarica il Gender Framework – draft 1
Genspect. (2023). Gender Framework: A Vision for Change. The Killarney Group. Released for consultation, The Bigger Picture Conference, Denver, Colorado, November 2023