Il Dr. Chiumello: “Estrema prudenza nell’uso della triptorelina. Sono scarsi i dati sugli effetti collaterali”
Ringraziamo il Dr. Chiumello per il seguente contributo inviato a GenerAzioneD.
Chi è il Prof. Giuseppe Chiumello
Ricercatore e clinico di fama mondiale nel settore dell’Endocrinologia e della Diabetologia pediatrica. Presidente Emerito della Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (SIPPS)
Past President della Società Italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica (SIEDP)
Past President della Società Europea di Endocrinologia Pediatrica (ESPE)
Past President della Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (SIPPS)
Professore emerito di Clinica Pediatrica
Già Direttore
- dell’Unità Operativa di Pediatria e Neonatologia dell’IRCS Osp. San Raffaele
- del Centro di Endocrinologia dell’Infanzia e dell’Adolescenza dell’IRCS Osp. San Raffale
- del Dipartimento Materno- Infantile dell’IRCS San Raffaele di Milano
- dell’ Endocrine Unit, Department of Pediatrics, Pittsburgh Medical School
- dell’Unità Operativa Complessa di Pediatria e Neonatologia dell’Osp. Sacco di Milano
- del Centro di Endocrinologia dell’Infanzia e dell’Adolescenza dell’Osp. Sacco di Milano
La triptorelina è un farmaco conosciuto da molti anni e usato inizialmente in campo oncologico e successivamente anche in campo endocrinologico pediatrico.
La sua azione preminente è a livello di una struttura encefalica, ipotalamo e ipofisi, fondamentali per l’organismo in quanto regolano la maggior parte del sistema endocrino. La funzionalità di tiroide, surreni, testicoli e ovaie dipendono dagli ormoni ipofisari.
In campo pediatrico è stata utilizzata nelle situazioni di pubertà precoce. Generalmente la maturazione puberale inizia attorno agli undici anni nelle ragazze, un po’ dopo nei maschi, con la comparsa dei primi peli pubici e ascellari, con una sudorazione acre, comparsa di acne, modificazione dell’odore dei capelli, presenza di tessuto mammario nelle femmine, aumento di volume dei testicoli e del pene, variazione del tono della voce nei maschi.
La comparsa di questi segni può manifestarsi anche molti anni prima con una vera e propria pubertà precoce: diagnosi sempre impegnativa, perché devono essere esclusi un tumore cerebrale, un tumore testicolare, un tumore ovarico o una cisti ovarica.
La diagnosi deve essere rapida e la terapia appropriata per evitare conseguenze disastrose. Nella maggior parte dei casi non si riesce a evidenziare la causa di questa attivazione precoce e bisogna intervenire per evitare il disagio psicologico di uno squilibrio tra aspetto fisico e maturazione psicologica e cognitiva, l’accelerazione della maturazione ossea e una altezza definitiva inferiore al target genetico.
Vi è quindi necessità di utilizzare un farmaco come la triptorelina che sia in grado di inibire ipotalamo e ipofisi e rallentare la precocità sessuale fino ad una età che sia compatibile con l’età anagrafica. Il medico e la famiglia dovranno valutare attentamente ogni singolo caso per valutare l’opportunità di questo trattamento alla luce dei possibili effetti negativi.
Ho fatto questa lunga introduzione prima di affrontare il tema dell’uso di questo farmaco nella disforia di genere, perché nel trattamento della pubertà precoce ci sono molti dati pubblicati, mentre nei casi di disforia sono pochi e limitati. Pertanto gli effetti negativi sono mutuati per la maggior parte dalle osservazioni dei casi di pubertà precoce.
Sottolineo che si tratta di due categorie diverse di soggetti, gli uni con squilibri endocrino-metabolici (pubertà precoce), mentre gli altri (disforia di genere) non hanno disturbi endocrini.
La riduzione dei livelli di ormoni sessuali porta a una diminuzione della densità ossea in un periodo, quello puberale, nel quale avviene la massima deposizione di calcio nelle ossa. Di conseguenza l’aumentato rischio di fratture nel medio e lungo termine è significativo.
La diminuzione della funzionalità ipotalamo-ipofisaria determina invece una diminuzione della velocità di crescita, con la possibilità che la statura definitiva non raggiunga il target genetico. Molto frequente è inoltre l’aumento del peso corporeo, con difficoltà a ritornare al peso ideale anche dopo la sospensione del trattamento. L’aumento del colesterolo, dei trigliceridi e della pressione arteriosa incrementa il rischio di malattie cardiovascolari. Non rari sono insonnia e ansia.
L’aumentata secrezione degli ormoni che si verifica durante la pubertà è essenziale per lo sviluppo dei processi psicosessuali.
Se per il momento non sembra che il trattamento con triptorelina influenzi la fertilità nei pazienti trattati per pubertà precoce, quindi non fisiologica, molto scarse sono le conoscenze nei transgender, che invece hanno una pubertà fisiologica. Questa lacuna è particolarmente preoccupante, di fronte al sempre maggior numero di casi di detransitioner.
Molto discussa è la constatazione che il blocco dello sviluppo fisico si associ a un proseguimento di quello cognitivo. Questo disallineamento comporta che la maturazione cerebrale, che prosegue almeno fino ai 18 anni, potrebbe essere interrotta dall’uso dei bloccanti della pubertà.
In conclusione, la scarsità di dati sui possibili effetti collaterali, anche importanti, sull’uso di bloccanti della pubertà, in soggetti sani dal punto di vista endocrinologico, impone un’estrema prudenza nell’uso di questi farmaci e la necessità di uno stretto controllo durante e dopo il loro uso, nonché di una prevenzione di situazioni potenzialmente gravi, al fine di assicurare una vita il più possibile serena a queste persone che spesso vivono sofferenze, anche gravi.