La clausola nascosta nell’ordine esecutivo di Trump: la caduta (di nuovo) di WPATH?

Pubblichiamo la nostra traduzione di un articolo di Di Stella O’Malley e Amanda Miller in esclusiva per Genspect.


Il 28 gennaio 2025 il Presidente Trump ha firmato un ordine esecutivo dal titolo provocatorio “Protezione dei bambini dalle mutilazioni chimiche e chirurgiche”. Da allora la discussione pubblica si è concentrata quasi esclusivamente sulle disposizioni di finanziamento e sulle restrizioni delle coperture assicurative. Ma questa attenzione circoscritta ha fatto sì che sfuggisse all’attenzione dei più ciò che potrebbe rivelarsi la rovina di WPATH: La Sezione 3(a)(ii).

Questa clausola nascosta è stata portata all’attenzione di Genspect durante un incontro con i funzionari dell’HHS a Capitol Hill per il #DetransAwarenessDay, e qui la rendiamo pubblica per la prima volta. La sezione 3(a)(ii) incarica il Segretario del Ministero della Sanità di “pubblicare una revisione della letteratura attuale sulle migliori pratiche per promuovere la salute dei bambini che manifestano disforia di genere” entro 90 giorni.

Da allora abbiamo avuto conferma da fonti affidabili che una revisione sistematica simile a quella della dottoressa Cass sarà pubblicata entro il 28 aprile 2025. Questa revisione ha il potenziale per ridefinire il panorama dell’assistenza sanitaria di genere per i bambini degli Stati Uniti.

La revisione che dovrebbe porre fine a WPATH

Mentre le restrizioni ai finanziamenti possono cambiare con ogni amministrazione, questa revisione sistematica rappresenta qualcosa di molto più duraturo: una valutazione scientifica rigorosa e guidata dal governo. Essa metterà a nudo la vacuità delle raccomandazioni di WPATH già criticate da molti analisti dell’approccio assistenziale basato sull’affermazione di genere, ma questa volta la critica avrà l’autorità dell’HHS (U.S. Department of Health and Human Services). Chiunque abbia seguito il fenomeno trans accoglierà questo provvedimento con un senso di sollievo, riconoscendolo come un passo da tempo necessario verso una maggiore chiarezza, accuratezza e un dibattito più equilibrato.

L’ordine esecutivo non usa mezzi termini, descrivendo le linee guida WPATH come “prive di integrità scientifica” e incaricando le agenzie federali di “annullare o modificare tutte le politiche che si basano sulle linee guida WPATH”. Questa direttiva segna una svolta. L’associazione WPATH si è a lungo rifiutata di considerare le crescenti restrizioni europee sulla transizione pediatrica, dimostrando un’ostinata noncuranza per le evidenze alla base di questi cambiamenti. Ma in presenza di una revisione federale che sta prendendo forma dallo stesso sistema sanitario statunitense, questa strategia sarà molto più difficile da portare avanti.

Abbiamo visto ripetersi questo scenario in tutta Europa. In Finlandia, Svezia, Danimarca, Norvegia, Regno Unito, Italia e Francia sono stati limitati gli interventi medici per i giovani affetti da disforia di genere sulla base delle analisi delle stesse prove utilizzate da WPATH nelle sue linee guida. Tutte queste valutazioni sono giunte alla medesima conclusione: la transizione medica dei minori è un approccio fallimentare, supportato da prove di scarsa qualità, importanti rischi e benefici teorici e auto-riferiti.

Nonostante queste revisioni, la cultura dell’ideologia trans in queste nazioni non si è certo fermata. Nel Regno Unito, l’NHS è riuscito a mantenere un servizio di genere tuttora profondamente ideologico e fornisce cure di affermazione di genere che si basano su un modello di consenso informato viziato per adulti particolarmente vulnerabili. Dobbiamo assicurarci che ciò non accada anche negli Stati Uniti.

Dalle prove insabbiate all’azione federale

Perché questa clausola sulla revisione non ha fatto notizia? Forse perché le revisioni sistematiche non hanno la stessa drammaticità delle lotte per i finanziamenti, o perché molti ne sottovalutano l’importanza. Ma questa revisione è diversa. Potrebbe applicare standard federali alle prove di efficacia, con implicazioni sui regolamenti sanitari, sulla responsabilità medica e sulle coperture assicurative in tutto il Paese.

I “WPATH Files” hanno già messo in luce profonde contraddizioni: e-mail interne nelle quali i decisori ammettono in privato le lacune delle prove, mentre in pubblico affermano il consenso scientifico. Ancor più schiaccianti sono stati i documenti del tribunale dell’Alabama che hanno rivelato che WPATH ha commissionato revisioni sistematiche alla Johns Hopkins – che ha trovato prove insufficienti a sostegno della transizione pediatrica – e poi ha soppresso i risultati.

L’imminente revisione dell’HHS completerà ciò che quelle revisioni insabbiate avevano iniziato. Questa volta, però, l’autorità federale garantisce che WPATH non possa insabbiare i risultati.

Attenzione alla trappola dell’autocompiacimento post-Cass

Cosa succederà dopo il 28 aprile? Se l’esperienza del Regno Unito è indicativa, potrebbe esserci un’ondata di compiacimento tra chi ritiene che ormai “la scienza si è pronunciata”. Ma la chiarezza scientifica, da sola, non cancella sistemi consolidati.

Poiché Genspect è un’organizzazione globale stiamo imparando dai diversi Paesi. Se sarà come in Gran Bretagna, potremo assistere al sollievo di chi crede che la scienza ci salverà. Forse ci sarà una corsa a pubblicare articoli a sostegno della revisione dell’HHS, perché gli studiosi a quel punto non saranno più così reticenti. Ma quanto accaduto nel Regno Unito ha dimostrato che, pur in presenza di un’importante revisione, pratiche lesive possono trovare il modo di continuare con discrezione: gli Stati Uniti non devono confondere la chiarezza fatta sulla questione con la fine della stessa. In Genspect abbiamo capito che è imperativo arrivare al nocciolo della questione:

– le identità non sono mai state medicalizzate prima d’ora;

– medicalizzare le identità di bambini vulnerabili è un intervento irresponsabile, in contrasto con l’evidenza, basato su teorie non dimostrate e incurante delle cause di fondo del disagio;

– le evidenze suggeriscono che la stragrande maggioranza dei bambini sottoposti a transizione medica subirà dei danni a causa di questi interventi.

Medicalizzare l’identità dei bambini è un esperimento medico sconsiderato che sta causando gravi danni in tutto il mondo occidentale.

In particolare l’ordine esecutivo impone anche all’HHS di “migliorare la qualità dei dati” che regolano il trattamento dei minori. Si tratta di un’ammissione, attesa da tempo, che l’attuale modello è stato costruito su false basi, sostenuto da disinformazione e giustificato da prove scadenti e di scarsa qualità mascherate da scienza. Abbiamo bisogno di ricerche rigorose e indipendenti che si pongano le giuste domande: ricerche che confrontino la disforia di genere con condizioni come l’anoressia, il disturbo ossessivo compulsivo e il dismorfismo corporeo; che esplorino il ruolo dell’omofobia interiorizzata nei giovani attratti dallo stesso sesso; che esaminino il profondo impatto di autismo e ADHD sullo sviluppo dell’identità di genere. Abbiamo un bisogno urgente di studi su come le comunità online, il contagio sociale e le dinamiche tra pari modellino l’identità degli adolescenti. Queste tematiche complesse e problematiche sono state per molto tempo minimizzate o ignorate da WPATH, mentre sono proprio quelle su cui c’è maggior bisogno di chiarezza.

Una volta pubblicata, la revisione dell’HHS catalizzerà una trasformazione nell’assistenza sanitaria americana. I medici che aderiscono alle linee guida WPATH, nonostante la documentata mancanza di prove, si troveranno ad affrontare nuovi problemi di responsabilità civile. Le associazioni mediche che hanno sostenuto acriticamente il modello affermativo si troveranno ad affrontare una crisi di credibilità sempre più profonda, causata da dissensi interni, reazioni dell’opinione pubblica, questioni legali e dalla crescente consapevolezza di aver abbandonato il rigore scientifico a favore del conformismo politico. Le assicurazioni riconsidereranno le coperture, mentre le cliniche di transizione pediatrica diventeranno finanziariamente insostenibili, trasformandosi in centri di modificazione corporea estrema piuttosto che in legittimi fornitori di assistenza sanitaria.

L’ultima resistenza di WPATH

WPATH probabilmente contesterà la revisione, ma la sua posizione apparirà insostenibile visto che la revisione dell’HHS rifletterà altre rigorose valutazioni globali. In questo caso WPATH non potrà più contare sulle sue risposte standard. Di fronte alle evidenze dei WPATH Files, la presidente Marci Bowers difese “brillantemente” la propria posizione con l’affermazione “la terra non è piatta”, evidentemente confondendo la ricerca medica con una lezione di geografia di terza elementare. Cotanta saggezza cosmica non potrà che sgretolarsi di fronte ad un’analisi federale approfondita, con tutto il peso dell’autorità governativa.

Prevediamo che la strategia di WPATH cambierà in men che non si dica. Passeranno dal seguire la scienza all’enfatizzare i diritti umani, chiedendo che venga applicato come nuovo standard il modello del “consenso informato”. Hanno già messo in atto questo cambiamento, ma ora lo spingeranno ulteriormente. Dobbiamo essere chiari però: il modello del consenso informato è inadeguato per i bambini e per gli adulti vulnerabili, e perde di senso se non include un’informazione onesta sui rischi, sugli esiti e sulla mancanza di dati a lungo termine. Gli Standards of Care di WPATH non sono mai stati documenti scientifici: si sono autodichiarati tali e troppe istituzioni non li hanno messi in dubbio. Non c’è mai stata la scienza a sostegno degli interventi retrogradi promossi dalla banda “cure di affermazione di genere”.

Le conseguenze si estenderanno ben oltre WPATH. Migliaia di giovani sono stati danneggiati dalla transizione medica e WPATH non ha offerto alcun percorso per i detransitioner o per chi soffre di complicazioni. Genspect è l’unica organizzazione che fornisce supporto strutturato a questa popolazione in crescita.

Mentre l’influenza di WPATH diminuisce, si riconosce sempre di più la necessità di una gamma più ampia di prospettive in questo campo. Genspect intende contribuire in modo significativo a questa tematica in continua evoluzione. Quest’anno uscirà il nostro primo libro, The Gender Framework, pubblicato da Pitchstone Publishing. Il libro illustra come un approccio non medicalizzato alla disforia di genere, che dia priorità al sesso biologico rispetto al genere, possa funzionare in ambito sanitario, educativo e sociale.

Mentre WPATH dà priorità agli ormoni e agli interventi chirurgici, il nostro programma Beyond Trans offre un percorso diverso: un’assistenza psicosociale completa alle persone che vivono la disforia di genere che coniuga la comprensione della persona a un supporto basato su evidenze concrete. Noi riteniamo che un’assistenza autentica ed efficace debba avere questa forma, e probabilmente la revisione dell’HHS che sta per uscire concorderà con noi.

28 aprile: inizia la resa dei conti

Con la pubblicazione della revisione dell’HHS potrebbe iniziare una trasformazione dell’assistenza sanitaria americana. Auspicabilmente, le cliniche si troveranno ad affrontare una crescente pressione per abbandonare l’ideologia a favore dell’assistenza psicosociale, o subire conseguenze normative. La formazione medica potrebbe essere costretta a confrontarsi con i fallimenti delle pratiche di sola affermazione. Presto le persone si renderanno conto che la transizione sociale dei bambini nelle scuole senza il permesso dei genitori è profondamente inappropriata e questa pratica non sarà più tollerata.

Ci auguriamo inoltre che il blocco della pubertà venga riconosciuta come una pratica fallimentare, in nessun caso appropriata per un giovane vulnerabile.

Il 28 aprile rappresenta più di una pietra miliare della politica: segna un’inversione di rotta attesa da tempo. Per i genitori che si sono opposti alla medicalizzazione, per i medici che hanno esortato alla prudenza e per i detransitioner che sono stati abbandonati, il governo federale riconoscerà finalmente ciò che molti hanno sempre saputo: persone vulnerabili sono state sottoposte a trattamenti sperimentali senza prove valide, mentre non è stata fornita loro l’assistenza psicosociale di cui avevano bisogno.

Segnatelo in agenda. Non sarà solo un’altra giornata di comunicati stampa e briefing politici. Potrebbe essere finalmente il momento di un’inversione di rotta. In un mondo giusto e corretto, questo cambiamento segnerà la sconfitta di WPATH e il collasso dell’affermazione di genere così come la conosciamo.

Per chi è già stato danneggiato, arriva troppo tardi. Ma per chi può ancora essere protetto, offre un barlume di speranza e la possibilità di scegliere, finalmente, un percorso migliore.

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