Detrans Awareness Day: diamo voce a chi non ce l’ha
Il Detrans Awareness Day, istituito nel 2021, si celebra ogni anno il 12 marzo per dare voce a coloro che hanno vissuto sulla propria pelle il dramma della detransizione.
Sono persone, per lo più giovani, che, spinte dal dolore, dalla confusione o dall’influenza sociale hanno intrapreso un percorso medico di transizione di genere che ha cambiato irrimediabilmente i loro corpi per poi pentirsene e decidere di tornare faticosamente, e mai del tutto, alla persona che erano prima di dichiararsi trans. Troppo spesso le loro esperienze drammatiche vengono ignorate, ridicolizzate o messe a tacere, ma le loro storie raccontano una realtà dolorosa e complessa che non può più rimanere nascosta.
Un fenomeno più diffuso di quanto si dica
Contrariamente a quanto affermano molti attivisti trans, tra loro purtroppo anche medici e psicologi poco informati, la detransizione non è più un fenomeno raro. Oggi il canale Subreddit r/detrans di Reddit conta più di 55.000 membri, una giovane comunità in crescita esponenziale che condivide storie di grande sofferenza e pentimento.
Illuse che la transizione fosse la soluzione ai propri disagi interiori, molte di queste persone sono state messe sotto ormoni e operate troppo giovani, senza un’adeguata valutazione psicologica.
I danni permanenti da loro subiti sono molti: mutilazioni, infertilità, cambiamento irreversibile della voce, dolore cronico, perdita delle funzioni sessuali. Oltre ai problemi fisici, questi giovani devono fare i conti con i loro problemi di fondo, che speravano la transizione avrebbe risolto, e in più con il senso di colpa per aver compromesso i propri corpi, per aver fatto soffrire le persone intorno a loro.
Lottano quotidianamente con la depressione e devono elaborare la sensazione grave di essere stati ingannati e abbandonati, invece che protetti nella loro fragilità.
Sì perché, davanti alla diversità o alla sofferenza di questi giovani, in molti si sono resi facilitatori del processo di transizione, offrendo appoggio incondizionato, supporto, trattamenti medici e una comunità di appartenenza. Hanno minimizzato i dubbi come “normali” e confermato l’identità trans, esaltando la transizione come la strada per la felicità.
Tuttavia questi paladini dei trans non sono disposti a riconoscere i gravi effetti collaterali, l’infelicità, il fallimento della transizione: i medici rifiutano di ammettere i propri errori e la comunità T non può tollerare che le esperienze negative tolgano forza alla loro battaglia dei diritti. E così questi ragazzi che soffrono vengono estromessi dalla comunità e le loro esperienze vengono delegittimate. Non c’è da stupirsi che il più delle volte non riescano a parlare coi medici che li hanno avviati alla transizione quando erano giovani e fragili, e che non vogliano esporsi alla violenza di chi li giudica e li accusa di tradire la minoranza con la T maiuscola.
Le storie che il mondo deve ascoltare
Questi sono alcuni dei detransitioner che, per salvare altri giovani da un percorso sbagliato, hanno il coraggio di raccontare le loro storie di grande sofferenza.
- Daisy Strongin (detransitioner femmina) ha iniziato la terapia con testosterone e ha subito una doppia mastectomia, convinta che la transizione fosse l’unica via per sentirsi completa. Ma quando ha incontrato l’uomo che sarebbe diventato suo marito, ha capito di desiderare una famiglia. Non sapeva se sarebbe mai potuta rimanere incinta dopo le cure ricevute. Per fortuna, il suo corpo ha resistito ai danni e oggi è madre. Ma non tutte le detransitioner sono così fortunate.
- Cat Cattinson (detransitioner femmina), cantante semi-professionista, ha perso la sua voce naturale dopo essere stata messa frettolosamente in terapia ormonale. Il testosterone ha cambiato il suo tono vocale in modo irreversibile, rendendo doloroso cantare e perfino parlare. “Non ero nemmeno sicura di volere tutto questo, ma nessuno mi ha fermata, nessuno ha messo in dubbio la mia decisione”, racconta con amarezza.
- Chloe Cole (detransitioner femmina) aveva solo 12 anni quando ha iniziato a identificarsi come maschio. A 15 anni le è stata praticata una doppia mastectomia, un intervento che avrebbe dovuto “curarla”. Pochi mesi dopo ha capito di aver commesso un errore irreparabile. “Non avevo nemmeno finito di svilupparmi, eppure mi hanno detto che questa era la soluzione”, dice oggi, con il cuore spezzato.
- Shape Shifter (detransitioner maschio) ha iniziato la transizione a 20 anni. Nonostante le comorbidità, è stato sostenuto nella decisione e ha iniziato a prendere estrogeni. La sua salute mentale è peggiorata, ma pensava fosse la conseguenza di essere in un “corpo sbagliato” ed è stato autorizzato all’intervento di riassegnazione del sesso. Dopo molteplici revisioni chirurgiche, ha continue infezioni del tratto urinario, non può avere rapporti sessuali, ha l’osteoporosi, e i medici non lo hanno aiutato a cercare di migliorare la situazione. Afferma di essere stato vittima di un “gigantesco esperimento” quando era molto vulnerabile. In realtà la sua spinta alla transizione era l’omofobia interiorizzata.
- Brian Wagner (detransitioner maschio) verso i 20 anni aveva problemi di dipendenza e salute mentale. Ha vissuto come donna transgender per circa dieci anni. La sua psicologa affermativa gli consigliava di rompere il legame con il padre, che non lo sosteneva nella scelta di transizione. Una volta sobrio e seguito da uno psicologo non ideologizzato ha deciso di fare la detransizione. Ora ritiene che se fosse uscito dalla sua “bolla ideologica”, si fosse impegnato in attività reali e fosse rimasto legato al padre, avrebbe potuto riflettere meglio sulle sue scelte.
Un grido d’aiuto che non può essere ignorato
Le voci dei detransitioner non devono più essere censurate. Sono persone che hanno sofferto e che oggi chiedono di essere ascoltate. Chiedono che i giovani ricevano un’adeguata assistenza psicologica prima di intraprendere trattamenti irreversibili. Chiedono che si parli apertamente di questo fenomeno, senza paura di essere etichettati o silenziati.
Per troppi anni è stato detto loro che la transizione era l’unica strada, che la medicina moderna aveva le risposte a tutto. Ma la realtà è più complessa e dolorosa. Non possiamo più far finta di niente.
Diamo voce a chi è stato messo a tacere.
Leggi la storia di un ragazzo italiano di 27 anni che ha effettuato la detransizione: “Sono pentito di aver cambiato sesso”
L’associazione internazionale Genspect, a cui GenerAzioneD è affiliata, ha organizzato un Evento di Sensibilizzazione sulla Detransizione a Capitol Hill, durante il quale diversi detransitioner porteranno le loro esperienze. L’evento, che è SOLD OUT, sarà trasmesso in live streaming e disponibile per la visione in seguito! Guarda il live streaming sulle pagine di X, YouTubee di Facebook di Genspect.

Giornata di sensibilizzazione sulla detransizione a Capitol Hill