Danno irreparabile: la nuova violenza contro bambine e ragazze
Riportiamo questo articolo pubblicato sul Feminist Post il 4 gennaio 2021, per concessione di @Radfem
Abigail Shrier è una giornalista free lance, negli ultimi tempi ha scritto principalmente per il Wall Street Journal. L’idea per il suo libro Irreversible Damage: The Transgender Craze Seducing Our Daughters (Regnery Publishing, tra i migliori libri dell’anno secondo The Times e The Sunday Times), saggio che analizza l’aumento superiore al 3000 per cento della disforia di genere tra le ragazze adolescenti, le è nata dopo aver scritto un articolo sulla nuova normativa di diversi Stati USA che impone al personale sanitario l’uso del genere richiesto dai pazienti (The Transgender Language War) per non rischiare serie conseguenze giudiziarie.
Il titolo –Danno irreparabile: la pazzia transgender che seduce le nostre figlie– riassume le conclusioni dell’autrice dopo 18 mesi di indagine: attraverso molteplici interviste, il confronto con medici e psicoterapeuti, l’esame dei protocolli seguiti dal sistema sanitario e dal sistema scolastico americano, Shrier ha potuto evidenziare che per le ragazze di questo decennio l’arrivo dell’adolescenza è un’esperienza assai più traumatica rispetto al passato. Il tipico sentimento di inadeguatezza e di malessere che dovrebbe essere considerato fisiologico e prodromico alla crescita e la ricerca di omologazione tra i pari, non vengono letti come un passaggio necessario di trasformazione verso l’età adulta, ma come un disagio prodotto dalla condizione oggi più di moda, la “disforia di genere”. Se una ragazza non si accetta, non si piace e vorrebbe nascondere la femminilità incipiente è perchè in realtà è un maschio intrappolato nel corpo (femminile) sbagliato, convinzione spesso maturata in totale autonomia dalle minori grazie ad Internet ed al gruppo di amiche che soffrono degli stessi “sintomi”. La transizione di genere è vista come la panacea per tutti i mali adolescenziali perchè porta con sé il successo e l’approvazione sociale del politicamente corretto, nella vita di tutti i giorni e sui social media.
Shrier osserva anche che il sistema sanitario e quello scolastico, anziché aiutare le ragazze autodiagnosticatesi “disforiche” a riflettere, supportandole e fornendo strumenti per affrontare il malessere, l’ansia, la depressione e riconciliarle con il loro corpo e con il loro sesso biologico, legittimano all’inverosimile l’“autodeterminazione” delle adolescenti e le avviano infallibilmente alla transizione. Prima con ricorso ai bloccanti della pubertà, poi con gli ormoni del sesso opposto e infine con i trattamenti chirurgici (mastectomia, isterectomia ed altri), senza tenere conto del fatto che un adolescente non è in grado di autodeterminarsi e che tutti i trattamenti sopra citati, a cominciare dai bloccanti della pubertà, hanno effetti irreversibili e provocano danni irreparabili. I genitori che non sposano anima e corpo la scelta della figlia adolescente vengono esautorati dal sistema e spesso vengono allontanati dalle stesse figlie.
Il circolo vizioso si è affermato nel corso dell’ultimo decennio, ma oggi si cominciano a sentire le voci di coloro che avviate a tale percorso si sono pentite e hanno “detransizionato”, tornando ad affermare il proprio sesso biologico, seppure con conseguenze fisiche ormai irreversibili e persino mutilazioni. Dalla narrazione puntuale e fattuale di Shrier emerge una situazione terrificante, che genera in qualsiasi genitore un senso di paura e impotenza. Ciò che sta fornendo carburante a questo grottesco ed orrorifico sistema sono interessi economici e politici, travestiti da meritevole accettazione della diversità a 360 gradi.
Shrier suggerisce ai genitori di non cedere, di lottare, di farsi supportare dalle molte associazioni che stanno nascendo per contrastare il sistema politicamente corretto di accettazione dell’“autodeterminazione” delle adolescenti, nella speranza che la voce della molte ragazze che hanno detransizionato si faccia sentire sempre più forte, e finalmente cambi l’approccio medico, scolastico e politico a questa “pazzia”.
Purtroppo siamo ancora lontani. Molte voci si sono levate contro Abigail Shrier – il libro è stato definito transfobico, è stato rimosso temporaneamente dalle vendite da Target ed è stata persino promossa una raccolta firme perchè fosse rimosso anche da Amazon (senza contare le proteste dei lavoratori di Spotify quando la piattaforma ha ospitato il podcast di una intervista alla Shrier). Ma il saggio è ancora in vendita, le interviste sono disponibili, il dibattito sta infiammando le pagine del web e nonostante la mobilitazione di forze per mettere a tacere la sirena di allarme che ha suonato, il suo suono si sente ancora, e sempre più forte.
La Crissy