Chi finanzia Genspect (e GenerAzioneD)?

Ci sembra rilevante pubblicare la traduzione di un recente articolo di Stella O’Malley, fondatrice di Genspect, organizzazione professionale e educativa internazionale, impegnata a promuovere un approccio sano al sesso e al genere. Questo perché molto probabilmente senza Genspect i genitori che hanno fondato GenerAzioneD non si sarebbero mai incontrati.

Genspect è una guida e un importante riferimento per le famiglie, per i professionisti e per il numero in esponenziale crescita di detransitioner. In questo articolo Stella O’Malley spiega “cosa c’è dietro”, o meglio… CHI c’è dietro. Nel suo piccolo, anche GenerAzioneD appare “ben finanziata” e qualche illazione sull’ipotetica provenienza di questi fantomatici fondi ci è già pervenuta… ma, come dice bene Stella, il “motivo principale per cui le persone pensano che siamo ben finanziati è che svolgiamo un’enorme quantità di lavoro. Siamo orgogliosi del nostro lavoro e sappiamo che è il frutto di un team intensamente impegnato e di talento che tiene la testa bassa e si focalizza sempre sul lavoro. Molti membri dei nostri team sono genitori, ma non tutti”.

Sin dalla sua costituzione, l’Associazione GenerAzioneD si è sempre e solo autofinanziata con le quote di adesione e le donazioni volontarie degli associati, ma soprattutto si basa sul lavoro gratuito dei genitori che collaborano in base alla propria disponibilità e professionalità.


Genspect ha sempre operato con un budget limitato. Ci piacerebbe attirare più finanziamenti, ma fino ad allora intendiamo continuare a lavorare diligentemente per cercare soluzioni che ci aiutino a uscire dal caos gender.

La prima volta che mi sono imbattuta in qualcuno che chiedeva su Internet “chi finanzia Genspect?” ho alzato gli occhi al cielo con un sorriso ironico. La seconda volta ho corrugato le sopracciglia. La terza volta ho pensato: “Wow, forse è meglio rispondere alla domanda”.

Fino a poco tempo fa credevo che chi segue i flussi di denaro nell’ambito del fenomeno trans sapesse il fatto suo. Quando però hanno ipotizzato che Genspect ricevesse ingenti finanziamenti, mi sono resa conto – con disappunto – che le persone che dovrebbero fiutare i soldi non sono in grado di distinguere un sito web ben fatto da un’organizzazione ben finanziata.

Genspect opera con un budget molto esiguo sin dalla sua nascita nel giugno 2021. La maggior parte delle entrate arriva da genitori affranti che donano alla nostra organizzazione perché credono nel nostro lavoro e sperimentano come il nostro approccio orientato alla soluzione sia il modo più efficace e sensato di procedere. Sono genitori che raramente hanno esperienza nel mondo della filantropia e pochi tra loro avevano già fatto grandi donazioni a una qualsiasi organizzazione. Si tratta piuttosto di genitori che sono precipitati in un incubo a causa di una serie di eventi che ha portato uno dei loro figli a identificarsi come trans.

Nell’immergersi in questo mare ignoto, molti genitori sono giunti alla straziante conclusione che un tremendo scandalo medico si sta approfittando di ragazzi con neuro-divergenze o difficoltà sociali che dovrebbero ricevere cure di gran lunga migliori dagli adulti che se ne occupano.

Spesso questi genitori si sentono stretti in una morsa. Hanno paura di affermare e paura di non affermare. Da una parte sono paralizzati da storie strazianti di ragazzi che non sono stati affermati, dall’altra vengono terrorizzati con la narrazione opposta. Molti genitori apprezzano Genspect perché noi non fingiamo di avere risposte facili.

Non liquidiamo la questione con soluzioni eccessivamente semplicistiche come “staccate Internet!”. I genitori conoscono i loro figli e sono consapevoli della portata del loro compito. Per la stragrande maggioranza di questi ragazzi, staccare Internet è sia troppo poco sia troppo tardi; solo nel caso dei ragazzi più piccoli, o di quelli che si sono immersi nel mondo trans online per poco tempo, la decisione dei genitori di togliere Internet può portare alla desistenza dall’identità trans.

Per tutti gli altri giovani, l’identificazione trans assomiglia a una ruminazione da disturbo ossessivo compulsivo trans. Razionalizzare non funziona. Nemmeno dire un “no” deciso funziona. Sono ragazzi dall’indole vulnerabile ormai ossessionati dalla propria identità nello stesso modo in cui l’anoressico è ossessionato dalla perdita di peso. Ai genitori sembra che siano entrati in una setta. L’autolesionismo è una minaccia reale e costante, utilizzata dai figli come ricatto emotivo per ottenere ciò che vogliono.

Il mondo online non è il luogo ideale dove farsi una cultura e scoprire cosa voglia dire essere un giovane neuro diverso, intriso di disprezzo di sé, che crede di aver trovato la sua unica chance di felicità. È improbabile che X (ex Twitter) offra una qualsiasi soluzione al fenomeno trans. Però una soluzione è ciò di cui c’è bisogno.

Internet ha intrappolato questi ragazzi in un vortice di narrazioni false. Sarebbe comodo schernire questi giovani vulnerabili dandogli degli stupidi bambocci, prodotti esemplari della generazione di TikTok. La verità è ben più inquietante. Questi ragazzi possono apparire come mocciosi viziati, ma in realtà sono malati psichiatrici vittime di un fenomeno simile a un culto. Dietro a ogni ragazzetta incasinata dai capelli blu che schiamazza su TikTok, generalmente c’è un genitore in angoscia che si torce le mani in silenzio.

Le ragazze che assumono testosterone possono diventare spaventosamente aggressive e i loro scatti d’ira spesso si trasformano in violenza, verso sé stesse e verso i propri cari. Il numero di maltrattamenti sui genitori che si verificano nelle famiglie colpite dalla disforia di genere rimane un inconfessabile angosciante segreto.

I genitori sono devastati. Vorrebbero indietro i loro ragazzi e si aggrappano con le unghie e con i denti alla relazione, temendo che se li lasceranno andare non li rivedranno mai più.
Alcuni di loro non li rivedono.

La ragione principale per cui i genitori stimano Genspect è che siamo disposti ad affrontare questa sfida così complessa. Non banalizziamo, non biasimiamo i genitori, non facciamo finta che sia un compito facile e cerchiamo una soluzione. Lavoriamo sodo per offrire servizi che aiutino le persone: abbiamo centinaia di detrans nei nostri programmi di Beyond Trans e abbiamo un corrispondente elenco di terapeuti da segnalare a chi è in cerca di uno specialista che dia priorità a un percorso non medicalizzato e che si opponga al percorso medicalizzato offerto da WPATH. Offriamo anche incontri di supporto terapeutico, finanziamenti per terapie individuali e altri strumenti come webinar sugli aspetti legali e gruppi di supporto life-skills per chi ha subito i danni della transizione medica. Offriamo aiuto a quasi un migliaio di famiglie grazie alla Rete di Supporto per la Disofria di Genere (GDSN) che dal 2020 organizza circa cinque incontri online ogni settimana.

La ROGD (Rapid Onset Gender Dysphoria – Disforia di genere a insorgenza rapida) è una tragedia oscura e devastante che solo chi è direttamente coinvolto con la propria famiglia può comprendere a pieno; attualmente siamo in procinto  di organizzare incontri online per genitori in crisi e per genitori che hanno tendenze suicidare.

Ci fa piacere che altre organizzazioni nel nostro settore siano ben finanziate e speriamo di attrarre maggiori finanziamenti col passare del tempo. Nel frattempo a Genspect continuiamo a lavorare assiduamente per tenere a galla la nave e continuiamo a fare, non senza errori, del nostro meglio. Rinunciare ora sarebbe impensabile.

Non vogliamo sostituirci a WPATH, come credono alcune persone. Francamente è un’idea folle. WPATH sostiene la medicalizzazione dell’identità di genere, Genspect non accetta questo approccio a nessun livello. Vogliamo invece promuovere un approccio non medicalizzato e meno interventista all’identità di genere. Sosteniamo una minore patologizzazione del disagio. Non pensiamo che le identità debbano essere medicalizzate.

Finora abbiamo organizzato due conferenze (a Killarney, Irlanda e Denver, Stati Uniti) facendo pagare una quota di partecipazione a copertura dei costi. Anche la prossima conferenza a Lisbona sarà a pagamento, ma crediamo sia un prezzo giusto, considerando la straordinaria schiera di relatori, lo sconto che offriamo agli Amici di Genspect e l’ulteriore offerta che facciamo a chi è in difficoltà finanziarie. Offriamo inoltre una serie di iniziative per tenere in piedi Genspect: recentemente abbiamo iniziato a offrire certificazioni ECM sui nostri contenuti per raccogliere fondi. Abbiamo in corso la campagna GoFundMe dal momento del nostro lancio. Alcuni dei nostri sostenitori fanno donazioni ricorrenti, mentre altri scelgono di fare donazioni spot; apprezziamo enormemente qualsiasi donazione che ci arriva da loro.

Immagino che il motivo principale per cui i teorici della cospirazione ritengono che Genspect sia ben finanziata – e pensano che altre organizzazioni invece non lo siano – sia che abbiamo avuto la fortuna di beneficiare dello straordinario talento di Alasdair Gunn per il lancio, quindi il nostro sito e la nostra immagine hanno fin da subito avuto un look molto pulito e professionale. Un altro motivo per cui è stata diffusa questa voce è che gli attivisti trans conducono una campagna molto furba per screditarci in ogni modo possibile. Riconoscono la minaccia che rappresentiamo e cercano di ostacolarci. Si sono infiltrati nei gruppi GC (gender critical) e propinano teorie complottiste alle persone in difficoltà. A volte funziona.

Un’ultima importante ragione per cui alcuni pensano che siamo ben finanziati è che svolgiamo una quantità di lavoro enorme. Siamo orgogliosi del nostro lavoro che è frutto di un team impegnatissimo e di grande talento che tiene la testa bassa e si focalizza sul lavoro. Molti membri dei nostri team sono genitori, ma non tutti. Il GDSN in particolare è gestito da genitori volontari che dedicano centinaia di ore non retribuite ad aiutare i colleghi genitori. Altri di noi sono stati colpiti da questo terribile fenomeno in modi che è difficile anche solo immaginare.

Il team di Genspect è impegnato a trovare una via d’uscita da questo terribile caos, ben sapendo che creare ulteriore polarizzazione e tensione non è d’aiuto a nessuno. Siamo alla ricerca di una risposta e riteniamo che questa sarà raggiunta offrendo soluzioni giuste e ragionevoli. Nel frattempo, mentre perseguiamo questo obiettivo, accogliamo qualsiasi supporto e apprezziamo qualsiasi critica che sia appropriata e fatta in buona fede.

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