The Economist: Cosa ha sbagliato l’America sulla medicina di genere
Un recente articolo pubblicato il 5 aprile 2023 sul The Economist “What America has got wrong about gender medicine“ lancia un allarme sulle transizioni di genere nei minori.
“In America siamo un’eccezione. Usiamo prove di bassa qualità per dire che le cure per l’affermazione del genere sono ‘salvavita’, quando altri Paesi europei considerano questi interventi medici che hanno un impatto sulla vita, come i rischi che superano i possibili benefici.” Commenta così su Twitter, condividendo il pezzo sul The Economist, la giornalista americana Lisa Davis che da tempo denuncia i pericoli e i danni dell’approccio affermativo e della transizione di genere sui minori che presentano disforia di genere.
In America il numero di bambini e adolescenti con diagnosi di disforia di genere è aumentato vertiginosamente. L’approccio affermativo è sostenuto dall’Accademia Americana di Pediatria e dalla maggior parte dei principali organismi medici del Paese, che lo ritengono fondamentale per il benessere dei bambini; negarlo sarebbe transfobico e rischierebbe di portare i pazienti al suicidio.
In generale, negli Stati Uniti si pensa che l’approccio affermativo porti benefici e dovrebbe quindi essere più accessibile. Mentre in Europa diversi Paesi ritengono che le prove degli effettivi vantaggi siano scarse, che tali interventi debbano essere usati con parsimonia e necessitino di ulteriori studi.
“Contro questi sostenitori (dell’approccio affermativo) si schierano i sistemi medici di Gran Bretagna, Finlandia, Francia, Norvegia e Svezia, che hanno tutti lanciato l’allarme, descrivendo i trattamenti come sperimentali ed esortando i medici a procedere con grande cautela medica”.
Una delle preoccupazioni è che siano state modificate le salvaguardie previste dal progetto originale del trattamento, messo a punto nei Paesi Bassi negli anni ’80 e ’90 (il protocollo olandese).
“20 anni fa, il paziente tipico era maschio, con una lunga storia di disforia. I bambini e gli adolescenti con problemi psicologici diversi dalla disforia erano esclusi dal trattamento”.
Oggi la maggior parte dei pazienti sono ragazze (femmine) adolescenti con problemi di salute mentale. Alcuni sono depressi, ansiosi o autistici, ma la malattia mentale non costituisce più un ostacolo al trattamento. Gli interventi funzionano per loro? E chi lo sa?!
“Quando i ricercatori trovano dei benefici, gli effetti tendono a essere minimi. Spesso è impossibile stabilire se siano duraturi o quanto il merito sia dei farmaci, della consulenza o di entrambi”.
Gli organismi medici inseriscono nei loro protocolli di trattamento delle misure di salvaguardia, ma queste sono variabili e i medici hanno la facoltà di ignorarle.
“Testimoni affermano che ad alcuni bambini e adolescenti vengono somministrati bloccanti della pubertà dopo una valutazione sommaria. Un numero crescente di “detransitioners”, persone che si pentono del trattamento, afferma di essere rimasto segnato, sterile, con un aspetto irreversibilmente alterato e di non essere soddisfatto di come è stata trattata la propria disforia.“
Non è possibile per il personale medico sollevare preoccupazioni – ad esempio sulla possibilità di un contagio sociale – senza venire diffamato come transfobico e incorrere in pesanti conseguenze a livello sociale e lavorativo.
In Italia, come negli USA, le linee guida si rifanno al protocollo olandese degli anni ’90, e anche qui cresce il numero di testimonianze di genitori che si rivolgono a centri specializzati dove i figli vengono rapidamente instradati verso la transizione di genere dopo pochi superficiali colloqui.
Anche qui, è diventato impossibile dibattere a livello scientifico senza essere screditati come bigotti e transfobici. Per il bene dei nostri ragazzi però è necessario andare oltre la guerra culturale e creare conoscenza su questo delicatissimo tema, che è motivo di sofferenza per moltissimi giovani.
Per approfondimenti e per leggere l’articolo originale: SEGM April 14, 202, The Evidence to Support Medicalised Gender Transitions in Adolescents is Worryingly Weak